Parrocchia San Giorgio
Venegono Superiore

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La Chiesa di San Giorgio

L’esistenza della chiesa di San Giorgio affonda le sue radici in tempi piuttosto lontani, risalenti addirittura al periodo medioevale (fine del 1200), epoca a cui risalgono le prime notizie dell’esistenza di un piccolo edificio a carattere religioso dedicato appunto a San Giorgio e ubicato all’interno del comune di Venegono Superiore.

Le prime notizie certe riguardanti San Giorgio risalgono al 1495, anno in cui è documentato che la chiesa aveva un parroco, Polidoro Castiglioni, figlio del conte Francesco Castiglioni.

Si può tuttavia supporre che la chiesa esistesse già dalla metà del sec XV, epoca a cui risale il trasferimento delle funzioni parrocchiali dalla vecchia chiesa di San Martino a quella di San Giorgio.

La chiesa di San Giorgio sorgeva allora isolata dall’abitato, posta tra quelli che erano i nuclei abitativi di Pianasca e di Santa Maria, circondata da campi e da vigne, accanto all’omonimo torrente che ne prese il nome e presso la strada campestre che portava verso la collina e il castello.

Il piccolo edificio sopravvisse pressoché immutato nella sua struttura fino al 1570, quando, a seguito della visita pastorale di San Carlo Borromeo, si decise di ampliarlo e migliorarlo.

Esistono nell’Archivio Arcivescovile della Curia di Milano alcuni progetti del 1582 che prevedono di inglobare la preesistente chiesetta nel nuovo edifico più amplio per meglio rispondere alle esigenze dovute all’aumentato numero della popolazione.

I lavori per la realizzazione della nuova chiesa di San Giorgio dovettero però trascinarsi per più di un secolo prima di vedere la completa realizzazione dell’edificio. In particolare nei documenti di una Visita Pastorale del 1596 si attesta che le strutture murarie portanti sono state ultimate, ma ancora prive di intonaco di finitura e che manca inoltre la pavimentazione.

Nella successiva Visita Pastorale del 1606, il cardinale Federico Borromeo sollecita il parroco affinché provveda a ultimare il nuovo edificio con le opportune partiture pittoriche interne, ancora totalmente assenti. Finalmente nel 1706 la chiesa può definirsi completata in tutte le sue parti, adornata con tabernacolo in legno dorato e affrescata dal pittore Isidoro Bianchi.

Una descrizione esauriente della chiesa si rintraccia nella Visita Pastorale condotta nel 1747 dal Cardinale Pozzobonelli, il quale rileva l’accuratezza degli affreschi che ricoprivano la facciata e che raffiguravano varie immagini di Santi.

L’edificio è composto da un’unica navata e che presentasse al suo interno una serie di cappelle disposte su entrambi i suoi lati. Tra queste vi era il battistero, localizzato appena entrando a sinistra, la cappella del Rosario sul lato sinistro e le cappelle dedicate a San Carlo Borromeo e alla Purificazione della Vergine lungo il fianco destro. La zona del presbiterio era anch’essa affrescata con immagini delle gesta di San Martino e di San Giorgio.

Il complesso di San Giorgio rimase pressoché immutato fino agli inizi del Novecento.

Nella sua Visita Pastorale del gennaio 1901, il Cardinal Andrea Carlo Ferrari, seppur soddisfatto del buono stato in cui trova la chiesa e i suoi arredi, constata che lo spazio interno è tutto sommato esiguo e non più sufficiente per accogliere i fedeli durante le funzioni. Esorta quindi il parroco e la comunità di Venegono perché si occupassero e dessero il via ad un ingrandimento dell’edificio di culto.

La vicenda si trascina per qualche anno fino a quando, nel 1911, ottenute le debite autorizzazioni, si iniziano i lavori eseguiti dall’impresa Paolo Bombelli su progetto dell’ingegner Mistrangelo di Binago. Il progetto prevede l’abbattimento della vecchia struttura, le realizzazione di nuove fondamenta e la costruzione di una più ampia struttura.

Nel 1912, in occasione di una ulteriore Visita Pastorale del cardinal Ferrari i lavori sono ben lungi dal compimento dal momento che i pilastri della navata centrale sono costruiti per metà, l’edificio è ancora sprovvisto di copertura e di volte e mancano il pavimento ed i serramenti. La sola facciata risultava completata.


Nel 1928-29 si completano i lavori di costruzione dell’abside sempre su progetto dell’Ingegnere Mistrangelo.


Durante la sua Visita Pastorale del 1930 il Cardinale Schuster sottolinea come le pareti della chiesa siano ancora semplicemente intonacate e prive di decorazioni pittoriche nella loro parte inferiore e addirittura con mattoni grezzi a vista nelle volte. L’Arcivescovo invita dal Luigi Brambilla, Delegato Arcivescovile a supporto del malandato parroco, don Erminio Pezzoli, a completare i lavori della chiesa nel giro di due anni. Nel gennaio del 1932 viene istituita una commissione per ultimare i lavori; la commissione contatta ancora l’ingegnere Mistrangelo ed il capomastro Bombelli per la parte strutturale e muraria, la ditta dei fratelli Quigliatti di Varese per gli stucchi e il pittore Pietro Cortellezzi di Tradate per le decorazioni pittoriche, avendo già essi lavorato con merito presso la fabbrica nella costruzione della nuova abside.

Il 25 giungo 1933, completati i lavori, la chiesa viene ufficialmente inaugurata; nell’occasione fa sentire il suo suono il nuovo organo realizzato dalla ditta Francesco Nasoni di Varese.

Dopo altri lavori di sistemazione tra cui lo spostamento in avanti dell’altare e il rifacimento delle balaustre, la chiesa viene solennemente consacrata dal cardinal Schuster il ……1936.


La chiesa di Santa Maria alla Fontana

Ancora prima della fondazione della chiesa, già nel 1500 esiste nei pressi del castello una cappella dedicata a Santa Maria. Giambattista Castiglioni in occasione del suo matrimonio del 1542 con Ippolita Figini decide di costruire l’oratorio di Santa Maria ai piedi del castello. La celebrazione della santa Messa quotidiana prosegue per anni fino a che, nel 1647, in conseguenza del declino della famiglia Castiglioni, un visitatore apostolico rileva che la chiesa è pericolante e non vi è modo di riparala. (Nel frattempo, alla Colombara, è stata costruita un’altra chiesa dedicata alla Vergine Assunta in Cielo)

L’occasione di ristrutturare la chiesa viene dal testamento della contessa Isabella Castiglioni del ramo di Vedano che nomina sua erede la contessa Camilla incaricandola dell’erezione di un oratorio dedicato a san Giuseppe. La contessa Camilla, figlia del conte di Venegono Superiore, Camillo, pensa di attuare la disposizione testamentaria inserendo la cappella di san Giuseppe nella chiesa di Santa Maria che decide di restaurare e di ampliare a sue spese.

Il 12 dicembre 1678 il Vicario Foraneo di Carnago, don Bernardo Rossi, può procedere alla benedizione del nuovo tempio. Nella chiesa viene conservata la vecchia immagine della Vergine Assunta attribuita allacerchia famigliare di Bernardino Luini.

Nel 1693 il conte Branda Castiglioni ottiene dalla Curia di Milano la facoltà di erigere nella chiesa il sepolcro di famiglia.

La celebrazione della Messa quotidiana così come disposto dalla contessa Camilla Castiglioni avviene regolarmente per quasi un secolo finchè il cardinal Pozzobonelli nel 1773 concede la riduzione dell’onere a 206 Messe annue. Nel 1819, per difficoltà economiche, su richiesta dei conti Castiglioni l’onere viene sospeso pur mantenendo l’obbligo della celebrazione di una Messa al mese.

Nel 1899 la Curia arcivescovile concede i Castiglioni l’affrancamento dall’onere della celebrazione del culto; da questa data, in pratica, la chiesa di Santa Maria passa sotto la giurisdizione del Parroco locale.

La chiesa è stata sottoposta a restauri nel 1935 e, più di recente, nel 1990 al campanile e nel 1994.



La chiesa di Santa Caterina

La costruzione della chiesa viene fatta risalire al 1433 per iniziativa della famiglia dei De Conti. Probabilmente la chiesa viene realizzata in concomitanza con l’espansione del piccolo rione di Pianasca i cui abitanti possono usufruire con comodità della celebrazione della Messa festiva.

A causa della decadenza della famiglia, la chiesa risente della mancanza di cure. Il visitatore apostolico del 1566 la trova in poco buono stato. I probabili inviti degli arcivescovi Carlo e Federico Borromeo devono sortire l’effetto sperato poichè il visitatore del 1706 la trova in condizioni decorose così come il cardinal Pozzobonelli nella sua Visita Pastorale del 1747.

Si verifica comunque un decadimento successivo tanto che dal 1805 viene abbandonata andando in rovina.

Nel 1901, anche dietro sollecitazione del cardinal Ferrari, l’avvocato Taccheo Brière rimette a nuovo la chiesa a proprie spese restituendola al culto del rione Pianasca.

Restauri più recenti sono effettuati nel 1982 e nel 1985 per iniziativa del parroco, don Bruno Marinello.

All’interno della chiesa sono visibili affreschi riferibili al XV-XVI secolo.


La chiesa di San Martino

La chiesa è ritenuta la più antica della zona, costituendo, nel 1200, la parrocchiale sia di Venegono Superiore che Inferiore grazie alla sua equidistanza dai due nuclei abitativi. E’ probabile che in origine la chiesa fosse un ricovero-oratorio appartenente alla “obbidienzeria” a servizio dei viandanti e viaggiatori. L’esistenza dell’obbidienzeria” di Venegono è documentata nel 1119.

Nel corso dei secoli e con la formazione delle parrocchie, la chiesa perde via via d’importanza diventando poi la chiesa cimiteriale del paese. La sua trasformazione nell’attuale conformazione si deve al parroco don Angelo Salmoiraghi nel 1862.

Al suo interno sono visibili tracce dell’antica struttura con frammenti di affreschi.



Altre chiese


La chiesa di Santa Maria alla Colombara.

In località “La Colombara” già nel 1500 esisteva una casa da nobile abitata abitata dai Castiglioni.

La costruzione della chiesa si deve ad una disposizione testamentaria del 1602 del visconte Luigi Cantoni, sposo della contessa Camilla Castiglioni, che destina una somma alla celebrazione della Messa quotidiana nella vecchia chiesa di Santa Maria. Poiché in quel periodo la chiesa di Santa Maria è già in condizioni cadenti, gli eredi Castiglioni, nel 1628, per ottemperare alla disposizione concordano di costruire una nuova chiesa che nel 1637 risulta ultimata.

Il cardinal Pozzobonelli, nella sua visita del 1747 trova la chiesa in buono stato; le Sante Messe sono solitamente celebrate dagli Agostiniani del monastero di Somadeo.

E’ questa una chiesa che, dalla sua costruzione, è sempre stata di proprietà privata: dai Castiglioni la chiesa passa di patronato del giureconsulto Giovanni Battista Brasca che lo detiene al tempo della visita del cardinal Pozzobonelli. Nel 1805 è patronato della famiglia Cattaneo di Binago; nel 1900 è di proprietà dei nobili Cagnola per passare poi alla famiglia del conte Gianni Caproni.

Al suo altare l’immagine della Madonna col Bambino.



L’oratorio di San Defendente

Poche sono le notizie disponibili circa questa chiesa oggi non più esistente né circa la sua ubicazione.

La costruzione dell’oratorio viene fatta risalire ai marchesi Castiglioni nel corso del XVI secolo.

E’ documentato che Carlo Borromeo, in seguito alla Visiste Pastorali, proibì che vi si celebrasse; anche il cardinal Federico Borromeo, nel 1606, la trova in cattivo stato ponendo l’alternativa o del restauro o della demolizione. Probabilmente prevale l’idea del restauro in quanto sia il visitatore del 1707 che il cardinal Pozzobonelli nel 1747 la trovano in buono stato.

Da allora non sono disponibili altre notizie né sono note le circostanze per le quali l’oratorio abbia cessato di esistere.


La chiesa della Madonna al Pian Bosco.

Nel 1672 il conte Carlo Gerolamo Cavazzi della Somaglia lascia un legato per la celebrazione di una Messa quotidiana da celebrare nell’Oratorio della Vergine Assunta alla Cassina del Pian Bosco e ne affida l’attuazione al conte Carlo Francesco Castiglioni. Probabilmente il preesistente oratorio viene ampliato tanto che la chiesa di Santa Maria al Pian Bosco è annoverata dal visitatore della Curia nel 1706 tra le chiese di Venegono Superiore. L’ampia relazione conseguente alla visita del cardinal Pozzobonelli del 1747, invece, non parla di questa chiesa.

E’ probabile che nel frattempo la chiesa, viste le sue condizioni di conservazione, sia stata conglobata in eventuali lavori di ampliamento della cascina cessando la sua funzione di edificio sacro.


L’oratorio di San Rocco

L’esistenza dell’oratorio (situato forse nei pressi del rione Santa Maria) emerge dalla visita pastorale del 1566: il visitatore riporta che nell’oratorio si celebrava solo per devozione. Nella sua Visita Pastorale del 1606, il cardinal Federico Borromeo ordina il restaura dell’oratorio o la sua demolizione. Il restauro non avviene e quindi il nuovo visitatore, nel 1647, ne ordina la demolizione che dovrebbe avvenire entro il XVII secolo.

E’ probabile che l’attuale cappella dedicata a San Rocco sia stata realizzata a ricordo dell’antico oratorio.