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31 Dicembre 2017
È l’ultimo giorno dell’anno solare 2017. Come si usava nei secoli passati, sarebbe più giusto dire: Anno Domini 2017, cioè “anno del Signore” dato che per noi cristiani (e convenzionalmente anche per il mondo degli affari economici, sociali e politici) gli anni sono contati dalla nascita di Gesù, “anno zero” (sebbene, in realtà, ci fu un errore di calcolo…) che segna lo spartiacque del tempo tra “prima” e “dopo” Cristo. Ciò vuole significare che la nascita di Gesù, ma soprattutto la sua vita, morte e risurrezione hanno segnato un punto di svolta nella storia dell’umanità. Anzitutto perché Dio, che è eterno senza tempo, si è fatto tempo, si è fatto storia in Gesù ridonando senso alla storia e vita dell’umanità e di ogni uomo: da Dio veniamo e a Dio possiamo tornare se viviamo come da figli e fratelli come Gesù ci ha insegnato. Di conseguenza, in secondo luogo, il tempo e la storia dell’uomo non sono un ciclo continuo così che quello che accadrà è la ripetizione di quello che è già accaduto. Sebbene l’anno solare sia calcolato in base al girare (“rivoluzione”) della terra intorno al sole, sebbene si ripresenterà il ciclo delle stagioni, tuttavia la nostra storia è frutto di quello che la nostra libertà decide di fare; e se agiamo secondo la volontà di Dio e con l’aiuto della sua grazia, l’anno che passato e quello che inizieremo sarà un nuovo “anno del Signore”. Se lo è stato per l’anno che si chiude, allora siamo chiamati a rendere grazie al Signore come faremo questa sera con il canto del Te Deum per tutto quello che abbiamo vissuto e che ci ha fatto crescere nella comunione con Dio e con i nostri fratelli. Se vogliamo che anche il 2018 sia un “anno del Signore”, siamo chiamati a invocare la luce dello Spirito santo, come faremo nel primo giorno dell’anno con il canto del Veni Creator Spiritus, perché la nostra libertà scelga il bene per noi e per tutti secondo la volontà del Padre che è nei cieli ed essere così sempre più figli che vivono del suo amore eterno.
Don Roberto