La Parola del Parroco
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22 Giugno 2014
Oggi la nostra Comunità Pastorale si stringe intorno all'Eucaristia, soprattutto nella solenne processione. Non ha importanza il come e il dove questo avviene; ciò che importa è che l'Eucaristia sia onorata e adorata per quello che è: segno e sorgente di unità e, proprio per questo testimonianza della fede di un popolo che vuole percorrere le strade di quel campo in cui tutti viviamo che è il mondo. Se così non fosse rischieremmo di "usare" l'Eucaristia per qualche interesse particolare, certamente meno nobile di ciò che l'Eucaristia esprime.
Ma oggi è anche una giornata speciale per i nostri giovani, chiamati a vivere una esperienza molto particolare, attorno all'Eucaristia, per poi diventare sale della terra e luce del mondo. Che rapporto c'è tra i giovani e l'Eucaristia?
La prima impressione è di distanza: i giovani faticano a vivere l'Eucaristia. Eppure quando sono posti direttamente a contatto con l'Eucaristia riescono ancora a sentire il fascino del segno più grande della nostra fede, ad essere "attratti" da questo sole che scalda il cuore e rivela un orizzonte di vita vera. Abbiamo vissuto questa esperienza nella Missione del 2011; abbiamo visto con quanta partecipazione i giovani si sono posti in adorazione davanti all'Eucaristia nella giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. Credo che tra i giovani e l'Eucaristia possa scattare ancora un corto circuito capace di generare una scossa benefica per tutta la chiesa.
Di che cosa c'è bisogno perché scatti questo corto circuito?
Azzardo una indicazione. Non c'è bisogno di proposte sensazionali che indulgono alla teatralità: sono cose che rischiano di essere come i fuochi artificiali. Fanno tanto rumore, ma finiscono presto. C'è bisogno, invece, di un atteggiamento del cuore, che è il silenzio, e c'è bisogno di compiere un gesto coraggioso, che è quello di mettersi in ginocchio davanti all'Eucaristia.
Nel silenzio ascoltiamo il respiro di Dio che proviene dall'Eucaristia: non è un semplice pezzo di pane, e nemmeno una reliquia; è realtà viva, cuore pulsante.
Nello stare in ginocchio apriamo il nostro cuore ad accogliere un amore che ci precede e che ci coinvolge. Senza questo gesto di umiltà non riusciremo mai a percepire che Dio ci ama.
Grazie, allora, a don Carlo e ai nostri giovani che in questo giorno, con le loro proposte, ci aiutano a comprendere che l'Eucaristia è il cuore della vita del cristiano, ma è anche il pane per la vita del mondo.