La Parola del Parroco
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29 Aprile 2014
Il Papa buono, Giovanni XXIII, e il Papa della misericordia, Giovanni Paolo II, accomunati nella santità, oggi, festa della Divina Misericordia.
Come descrivere questa giornata se non con le parole di un evento epocale, che riassume in sé la vicenda di due grandi Papi che sono stati un dono all'umanità intera?
Un dono all'umanità che si snoda sul filo della bontà e della misericordia, e che ci ricorda che la storia - nonostante tutti i profeti di sciagure - ė nelle mani di Dio, e che finché ci saranno persone così l'umanità intera può guardare avanti con fiducia e coltivare la speranza di tempi nuovi e di una nuova terra. Sì, perché la santità non riguarda solo chi l'ha vissuta, e non riguarda neppure soltanto la Chiesa. La santità è un segno della presenza di Dio nella storia dell'uomo, è un segno della incarnazione di Dio, e noi ringraziamo il Signore perché continua a tessere la tela della storia umana intrecciandola con i nodi della santità: agli incroci difficoltosi della storia non c'è il nulla ma la santità e le vicende di questi due Papi ce lo dimostrano.
Oggi è giorno di gioia e di festa per tutta la Chiesa, godiamo della bellezza della santità che illumina il cammino dell'uomo, ma non dobbiamo dimenticare due cose: la santità è una luce che spunta spesso faticosamente in mezzo alle tenebre e alle fatiche, e di fatiche questi due grandi Papi ne hanno affrontate molte, con tanto coraggio e fiducia nel Signore; la santità, inoltre, è anche compito nostro: anche ciascuno di noi è chiamato a continuare a tessere la trama di una umanità riconciliata seminando semi di bontà e di misericordia.
È la testimonianza che Cristo è vivo, che ha sconfitto le paure dell’uomo e ha vinto la morte.
È la testimonianza di una Chiesa che è viva proprio quando si spende per il bene dell’umanità, proprio come hanno fatto Papa Giovanni e Papa Giovanni Paolo II.