La Parola del Parroco
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23 Marzo 2014
La domenica di “Abramo” ripropone alla nostra riflessione il tema della fede come “condizione” per incontrare il Signore Gesù e stabilire con lui una alleanza vera e profonda.
La vicenda di Abramo ci ricorda che la fede si gioca su due atteggiamenti: il primo è la decisione chiara e incondizionata di ascoltare il Signore e di obbedire alla sua Parola, anche quando questa parola sembra essere una parola non chiara e senza garanzie; è una decisione che si fonda sulla fiducia in Dio, e si configura non come ‘salto nel buio’, ma come lo slancio di una risposta “affettiva”: non si segue il Signore per un calcolo umano, ma perché si è rimasti affascinati dalla sua Persona e dalla sua proposta, perché ci si è lasciati coinvolgere in un incontro d’amore. Il secondo atteggiamento è il coraggio di seguire il Signore, con fedeltà, anche quando l’entusiasmo viene meno, anche quando la strada diventa faticosa, anche quando davanti a noi si intravvede la collina della croce; il coraggio della fedeltà giocato sulla certezza che comunque il Signore è fedele al suo amore, mantiene le sue promesse, e nel chiederci di seguirlo non ci lascerà mancare il dono della sua compagnia.
In questo modo dovrebbe maturare e crescere ogni nostra scelta e ogni nostra decisione, soprattutto quelle che coinvolgono la nostra fede. Penso, ad esempio, alla richiesta del battesimo per i propri figli: nasce da un desiderio sincero di affidare al Signore la vita dei bambini, di introdurli nella vita stessa di Dio, ma è una decisione che può fruttificare se c’è l’impegno a camminare con il Signore ogni giorno della nostra vita, se c’è il sincero desiderio di conoscerlo, di amarlo e di seguirlo con fedeltà.
Il coraggio e la fedeltà: sono i due poli entro cui si snoda il cammino della vita cristiana. Il coraggio di dire di sì, la fedeltà di rimanere in quel “sì”, costi quel che costi.
È il cammino che chiediamo di percorrere anche in questa Quaresima.