La Parola del Parroco
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30 Marzo 2025
Nella Veglia di preghiera per i missionari martiri che abbiamo celebrato lunedì scorso, abbiamo ricordato in particolare 13 cristiani (sacerdoti e laici) uccisi nel 2024 in Africa, America ed Europa. È un appuntamento annuale che si celebra il 24 marzo, giorno in cui nel 1980 fu assassinato l’arcivescovo di San Salvador (in El Salvador) ora santo Oscar Romero, un pastore accanto al suo gregge di poveri oppressi dalle ingiustizie perpetrate dai proprietari terrieri. Nell’incontro di preghiera abbiamo ascoltato anche la testimonianza del comboniano padre Franco Nascimben, missionario in Ecuador. Egli ha sottolineato, considerando le storie di alcuni dei missionari uccisi nel 2024 (ma anche molti altri nel recente passato), che essi sono stati presi in odio e quindi eliminati per la loro difesa dei poveri e della giustizia contro i soprusi dei ricchi e potenti. Toccante la sua testimonianza sull’uccisione di un vescovo e una suora in Ecuador per mano di una tribù indigena che essi volevano difendere dalle minacce di strage di una società petrolifera che voleva impossessarsi delle loro terre e che, proprio grazie allo scalpore della loro morte (anche architettata da essa) dovette rinunciare al suo progetto.
Da qui la provocazione di padre Franco circa la nostra testimonianza cristiana nel nostro paese in cui non ci sono persecuzioni. Ci sono però ingiustizie, come quelle contro gli immigrati, per esempio, che lui negli anni del suo ministero a Castelvolturno volle vincere anche con gesti eclatanti e provocatori (incatenarsi alle finestre della questura).
In queste settimane mi è capitato di imbattermi in alcune situazioni di ingiustizia accadute nei nostri paesi a danno di persone povere e svantaggiate. Esse hanno generato in me un senso di ribellione perché dietro la facciata di un certo perbenismo cattolico si nascondono azioni (peccati! e gravi!) che vanno contro la legalità e la giustizia; oppure che sono motivate solo da interessi economici tipici di chi non si accontenta del benessere di cui già gode; oppure che si appellano a cavilli giuridici che sfruttano l’ignoranza dei poveri. Forse ci sarebbe bisogno di qualche gesto provocatorio (visto che anche alcuni miei appelli per far fronte ad alcune emergenze sono caduti nel vuoto) per richiamare il dovere della carità e dell’aiuto ai poveri, anche rischiando qualcosa di proprio, qualche (falsa) sicurezza terrena (fosse anche una casa). I missionari martiri sono stati uccisi in odio alla fede cristiana testimoniata nella carità per la difesa dei poveri a cui sono rimasti accanto. Che essi ci diano il coraggio di destare la falsa pace delle nostre coscienze.