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05 Gennaio 2025
Anche se inaugurato la vigilia del Natale 2024, il “Giubileo della speranza” 2025 segnerà la vita della Chiesa soprattutto in questo nuovo anno che abbiamo iniziato. Del Giubileo parla papa Francesco anche nel suo messaggio per la Giornata di preghiera per la Pace del 1° gennaio. Nei primi paragrafi ricorda l’origine del Giubileo. Esso «risale a un’antica tradizione giudaica, quando il suono di un corno di ariete (in ebraico yobel) ogni quarantanove anni ne annunciava uno di clemenza e liberazione per tutto il popolo (cf Lv 25,10)». In questo anno si doveva «ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita: nell’uso della terra, nel possesso dei beni, nella relazione con il prossimo, soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia».
Nel solco di questo impegno a ripristinare la giustizia di Dio, il papa concentra il suo messaggio sul tema del debito, riferendosi alle parole del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti”. Francesco chiede tre azioni concrete alle nazioni: ridurre il debito estero dei paesi poveri; promuovere la cultura della vira e in particolare eliminare la pena di morte; destinare una percentuale fissa del denaro destinato agli armamenti, per la lotta contro la fame, per l’educazione dei bambini poveri, per uno sviluppo sostenibile.
A livello personale, il papa suggerisce di «fermarsi un attimo, all’inizio di quest’anno, e pensare alla grazia con cui ogni volta perdona i nostri peccati e condona ogni nostro debito, perché il nostro cuore sia inondato dalla speranza e dalla pace. Gesù, per questo, nella preghiera del “Padre nostro”, pone l’affermazione molto esigente «come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» dopo che abbiamo chiesto al Padre la remissione dei nostri debiti (cfr Mt 6,12). Per rimettere un debito agli altri e dare loro speranza occorre, infatti, che la propria vita sia piena di quella stessa speranza che giunge dalla misericordia di Dio».
Sarebbe allora bello che ci impegnassimo a fare pace in famiglia e perdonare o chiedere perdono ad un parente con cui si sono rotti i rapporti. La pace infatti inizia da noi. Scrive Francesco: «A volte, basta qualcosa di semplice come “un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito”. Con questi piccoli-grandi gesti, ci avviciniamo alla meta della pace e vi arriveremo più in fretta, quanto più, lungo il cammino accanto ai fratelli e sorelle ritrovati, ci scopriremo già cambiati rispetto a come eravamo partiti».
Buon anno giubilare!