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08 Dicembre 2024
In questa domenica 8 dicembre abbiamo deciso di celebrare la solennità dell’Immacolata concezione di Maria (anche se il Rito Ambrosiano dà la precedenza al giorno del Signore e sposta la solennità a lunedì). Ci dà così l’occasione di riflettere ulteriormente su significato di “grazia” di Dio su cui il nostro Arcivescovo ci invita a meditare quest’anno nella sua proposta pastorale.
Proprio la parola “grazia” è al centro del dogma dell’Immacolata concezione di Maria basandosi sul testo evangelico che oggi ascolteremo, quello dell’Annunciazione. L’angelo Gabriele infatti salutando Maria le dice: “Rallegrati piena di grazia”. Nel testo originale, scritto in greco, quel “piena di grazia” traduce un verbo coniugato al participio perfetto passivo (vocativo, femminile e singolare) non facilmente traducibile in italiano con una sola parola… Esattamente significa: “o tu, a cui fu fatta grazia una volta per sempre”. La Chiesa ha voluto ravvisare quel momento del passato di Maria, che l’ha messa in stato di grazia per tutta la sua vita, nella sua concezione. E ciò al fine di renderla “degna dimora” del suo Figlio, cioè madre di Dio, come l’angelo stesso le propone. Quella grazia che sarà data a tutti gli uomini mediante la morte e risurrezione di Gesù, rendendo tutti “immacolati”, tutti “graziati” con il Battesimo, fu data a Maria ancora prima che storicamente si compisse il mistero pasquale. Lei non si è meritata tale privilegio. Solo l’amore di Dio ha voluto così bella la madre del suo Figlio che in lei si incarnò. E ciò vale anche per noi che Dio vuole “belli”, immacolati, per poter generare nei nostri cuori il Signore Gesù e non perché ce lo meritiamo, ma perché il suo amore è totalmente gratuito.
Di questa “gratuità” è testimone padre Giuliano Reginato che oggi festeggiamo per i suoi 60 anni di sacerdozio, in quella parrocchia di Venegono Inferiore che lo “adottò” con la sua famiglia giunta dal Veneto e dove celebrò la sua Prima Messa. La maggior parte della sua vita sacerdotale è stata spesa negli USA nelle comunità afroamericane e italoamericane e in tante altre parrocchie di immigrati in America, con spirito missionario. Ha annunciato il Vangelo dell’amore di Dio che è per tutti, indistintamente dal colore della pelle, dalla razza, dalle origini, dalle condizioni sociali e anche dalla religione. Era sicuro che più del suo non perfetto inglese, il linguaggio della carità sarebbe stato sempre compreso soprattutto perché “gratuito”. Con padre Giuliano ringraziamo allora il Signore e assieme a Maria Immacolata eleviamo il nostro “Magnificat” riconoscendo che Dio davvero fa “grandi cose” in coloro che aprono il proprio cuore alla sua grazia!