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24 Novembre 2024
Celebrando in questi giorni le Giornate Eucaristiche (le “Quarantore”) collocate nel Tempo di Avvento, mi sono venute in mente le parole di papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, celebrata ad ottobre. Ha preso spunto dalla parabola di Gesù che racconta del rifiuto di alcuni invitati al banchetto di nozze di un re il quale, allora, ordina ai suoi servi: «Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» (v. 9). Papa Francesco, a proposito del banchetto di nozze, scrive: «Tale banchetto riflette quello escatologico, è immagine della salvezza finale nel Regno di Dio, realizzata fin d’ora con la venuta di Gesù, il Messia e Figlio di Dio, che ci ha donato la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), simboleggiata dalla mensa imbandita “di cibi succulenti, di vini raffinati», quando Dio «eliminerà la morte per sempre” (Is 25,6-8)… Questa pienezza di vita, dono di Cristo, è anticipata già ora nel banchetto dell’Eucaristia, che la Chiesa celebra su mandato del Signore in memoria di Lui… Perciò, siamo tutti chiamati a vivere più intensamente ogni Eucaristia in tutte le sue dimensioni, particolarmente in quella escatologica e missionaria».
Non mi capita spesso di sottolineare nelle omelie questa dimensione “escatologica” dell’Eucaristia, anche se più volte in essa noi la richiamiamo. Per esempio, quando dopo la consacrazione acclamiamo: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta»; oppure dopo la preghiera del Padre Nostro: «…nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Signore Gesù Cristo». Il Tempo di Avvento è anche attesa di questa “venuta” finale di Gesù quando il regno di Dio sarà compiuto, ponendo fine al mondo, e Dio regnerà in ogni cuore e nell’intero universo creato. E ciò non è uno degli esiti possibili della storia umana, ma noi crediamo che è l’unica meta sicura verso cui siamo incamminati. E proprio perché siamo resi certi di ciò, ecco che nell’Eucarestia ci è dato un anticipo di quel compimento, ci è offerto il pane del cammino che ci fa pregustare la bontà del Padre.
Allora impegniamoci a vivere ogni Santa Messa con la convinzione che in essa ci è dato quel “cibo di vita eterna” (che è Gesù stesso nel suo dono d’amore) quale nutrimento che ci dà l’energia per saperci donare a nostra volta nell’amore e così costruire quel regno di giustizia, di amore e di pace verso cui tende fin da ora tutta la storia umana e nello stesso tempo gustiamo quell’amore di Dio Padre che ci accoglierà per sempre.