La Parola del Parroco
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10 Novembre 2024
Quale forma di carità cristiana stai vivendo? Hai dato ascolto al grido di un povero? Perché, se non vivi la carità, se non sai ascoltare il grido di un povero, non puoi ritenerti un discepolo di Gesù, non puoi dirti cristiano, non puoi ritenerti figlio di quel Dio che ascolta la preghiera del povero. Infatti «La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità. Il Signore certo non tarderà né si mostrerà paziente verso di loro» (Siracide 35,21-22). Da questi versetti biblici prende spunto il messaggio del papa per la ottava Giornata dei poveri che si celebra oggi nella nostra Diocesi assieme alla Giornata della Caritas, in questa ultima domenica dell’anno liturgico.
Nelle Ss. Messe di questa giornata ascolteremo il racconto di quanto le nostre Caritas parrocchiali fanno per ascoltare il grido dei poveri. La nostra Comunità è grata a tutti i volontari delle Caritas ma anche a tutti quelli che, appartenendo ad altre associazioni di beneficenza, dedicano tempo ed energie per cercare di esaudire le necessità dei bisognosi. Questa testimonianza di volontariato deve provocare tutti noi per non cedere alla tentazione di delegare ad alcuni (“quelli della Caritas”) ciò che invece siamo chiamati a vivere tutti per essere veramente cristiani. Ognuno di noi, infatti, si deve chiedere: quanto tempo dedico a chi ha bisogno? Quanto dono dei miei beni ai poveri? Sul tempo da donare come volontariato – oggi sempre più difficile – consci della complessità della vita quotidiana e dell’allungarsi della vita lavorativa, tuttavia credo che ognuno impari a donare un po’ di tempo agli altri; fosse anche solo un’ora al mese! Ma almeno si vince la tentazione dell’egoismo. Trovate allora una proposta interessante nel riquadro interno dedicato alla Giornata di oggi.
Detto questo non dimentichiamoci di unire la nostra voce alla preghiera dei poveri. Troviamo il tempo anche per pregare! Scrive il papa: «La preghiera, quindi, trova nella carità che si fa incontro e vicinanza la verifica della propria autenticità. Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti “la fede senza le opere è morta” (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce. “Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo” (Benedetto XVI). Dobbiamo evitare questa tentazione ed essere sempre vigili con la forza e la perseveranza che proviene dallo Spirito Santo che è datore di vita».