La Parola del Parroco
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03 Novembre 2024
Abbiamo celebrato ieri la “commemorazione di tutti i fedeli defunti”, il giorno dedicato al ricordo e alla preghiera per i nostri cari che sono morti, visitando anche le loro tombe al cimitero. Una pia pratica questa che dovremmo esercitare più spesso e non solo il 2 novembre. In questi giorni non ho però visto molte persone nei “campi santi”. Complice forse il “ponte” e le belle giornate che hanno persuaso a fare una gita o un viaggio. Non ho visto molti giovani né molte giovani famiglie con i loro figli. Al contrario molte famiglie, bambini e ragazzi hanno animato allegramente la serata di Halloween, tutti rigorosamente travestiti per tale “carnevale” d’autunno in cui si “scherza” con la morte, quasi esorcizzandola.
Come già detto in altre occasioni non amo fare le crociate contro eventi che mi paiono soprattutto un grande business; nello stesso tempo, mi rammarica che in questo periodo dove assistiamo a guerre in corso dove bambini innocenti muoiono o si vedono la morte in faccia, non ci sia stato un ripensamento sull’opportunità di vivere sobriamente tale “festa”. Quello che però mi interroga di più è l’attenzione educativa che ci deve essere attorno al tema della morte e al culto dei morti.
Credo che sia importante questa attenzione, rifuggendo la tentazione di non parlare mai della morte ai figli. Anzi a volte in occasione della morte di un nonno o nonna, alcuni scelgono di “nascondere” loro questo lutto, con la paura dei possibili traumi che esso potrebbe provocare. Io credo che dietro a questi falsi timori, ci sia l’incapacità di alcuni adulti di affrontare per primi il tema della morte e di saperla spiegare ai figli. Comprendo che non è facile, soprattutto quando non si mastica più il vocabolario della fede. Perché allora non partire proprio dalla visita al cimitero con i propri figli?
Accompagniamoli a pregare sulla tomba di parenti che magari i figli non hanno mai nemmeno conosciuto e di cui hanno solo sentito parlare. La loro morte è fotografata nell’immagine di chi non c’è più, celebrata da un mazzo di fiori messo a decoro della loro tomba, rappresentata dalla data di nascita e di morte impressa sul marmo che definisce un percorso di vita e un destino che accomuna tutti. Certo può succedere che i figli inizino a fare molte domande. Come genitori si deve essere consapevoli che la morte è un ingrediente inevitabile della vita. Accomuna tutti. A tutti fa paura. Per tutti è inevitabile. La morte rappresenta in se stessa il limite di ciascuno di noi. E in quanto tale necessita di essere pensata ed elaborata in una prospettiva che va oltre l’umano. E si può allora parlare della promessa di vita da parte di Dio.