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06 Ottobre 2024
Con la S. Messa presieduta dal papa in piazza San Pietro il 2 ottobre scorso si è aperta la XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, che completa la sessione svoltasi nel 2023. L’apertura è stata preceduta, la sera di martedì 1 ottobre, da una veglia penitenziale in San Pietro. È stata voluta dal papa per elevare a Dio una grande richiesta di perdono, «provando vergogna», per tutti i peccati. E specialmente per quelli particolarmente attuali contro la pace, l’ambiente e le donne, contro i poveri, i migranti e la sinodalità. E poi per i peccati di abuso sessuale e di autorità, e per quelli derivanti dall’impugnare in modo distorto la dottrina.
Mi ricordo quanto fece San Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo, esattamente il 12 marzo 2000, “Giornata del perdono”. Anche allora, con una speciale liturgia intitolata “Confessione delle colpe e richiesta di perdono” il papa chiese perdono a Dio per i “peccati in generale”, le “colpe nel servizio della verità”, i “peccati che hanno compromesso l’unità del Corpo di Cristo”, le “colpe nei confronti di Israele”, le “colpe commesse con comportamenti contro l’amore, la pace, i diritti dei popoli, il rispetto delle culture e delle religioni”, i “peccati che hanno ferito la dignità della donna e l’unità del genere umano”, i “peccati nel campo dei diritti fondamentali della persona”.
Era il momento culminante di un pontificato, quello di papa Wojtyla, caratterizzato da molteplici richieste di perdono per i peccati della Chiesa commessi nel passato (es. le crociate, nel 1997). Non tutti, nella Chiesa, condivisero questa volontà di San Giovanni Paolo II.
Il suo successore, Francesco, ha invece proseguito in quel solco, spiegando: «Come potremmo essere credibili nella nostra missione se non riconosciamo i nostri errori e non ci chiniamo a curare le ferite che abbiamo provocato con i nostri peccati?... Alla vigilia dell’Assemblea del Sinodo la confessione è un’occasione per ristabilire fiducia nella Chiesa e nei suoi confronti, fiducia infranta dai nostri peccati, e per cominciare a risanare le ferite che non smettono di sanguinare».
Pochi giorni fa il presidente della Germania a Marzabotto ha chiesto perdono a nome del suo Paese (in italiano!) per la strage perpetrata dai nazisti contro persone innocenti. Non quante altre istituzioni nel mondo abbiano avuto chiedere perdono per le proprie colpe storiche. Mi piace pensare che l’esempio di noi cristiani in ciò sia già opera di missione, di annuncio del Vangelo (che in questo mese missionario sottolineiamo) perché i popoli si riconcilino e così si costruisca la pace vera.