La Parola del Parroco
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15 Settembre 2024
Proseguo la presentazione della proposta pastorale del nostro Arcivescovo. Quel “basta” che fa da titolo al suo scritto se da una parte, come illustrato due domeniche fa, ci invita a dire a Dio: “Tu mi basti!”, dall’altra deve essere detto al peccato e alla guerra: “Basta con il peccato!... Basta alla guerra!”.
«La “vita vecchia” è insopportabile: basta con il peccato! L’anno del Giubileo offre l’occasione provvidenziale per sperimentare che il fastidio, la noia, lo scoraggiamento, la scarsa stima di sé che il peccato insinua in noi non si riducono a sospirare una liberazione, a dire “basta!”, ma ci chiamano a metterci in cammino come pellegrini di speranza per ottenere il perdono e la bellezza, la gioia della vita di Dio in noi». Non basta (!) lamentarsi o essere scontenti anche di se stessi. È necessario decidersi, con coraggio e determinazione, di cambiare. Potrà essere il Giubileo capace di farci desiderare, di essere uno stimolo, di darci l’occasione propizia per questa scelta e svolta? L’Arcivescovo ci invita a tornare a vivere il Sacramento della Riconciliazione (la “confessione”) ma anche a valorizzare le celebrazioni penitenziali comunitarie per comprendere che il peccato dei singoli ferisce non solo Dio ma anche la Chiesa, la comunità tutta a cui chiedere perdono. Sebbene non sostituisca la confessione individuale, la celebrazione comunitaria può «essere di aiuto per quel sentirsi un cuore solo e un’anima sola che rende abituale pregare gli uni per gli altri, essere a servizio gli uni degli altri». Valuteremo come proporre queste celebrazioni.
Purtroppo, il protrarsi delle guerre in Ucraina e in Terra Santa, come in molte parti del mondo, rischia di creare un’assuefazione che le rende “normali”. Invece dobbiamo dire “basta!” anche alle guerre. Certo, ci sentiamo impotenti e anche le nostre continue preghiere ci paiono inefficaci insinuando l’idea che anche Dio sia “impotente” nei confronti di chi la guerra la vuole (soprattutto i produttori di armi!). Un modo per dire “basta” è, secondo mons. Delpini, l’educazione alla pace.
«L’educazione alla pace deve incidere nel proporre una visione del mondo, della storia, delle persone che ispiri l’opera di riconciliazione tra i popoli, che offra motivazioni convincenti per edificare la coscienza e le opere della fraternità». Iniziamo a dire noi “basta!” a comportamenti conflittuali, a una comunicazione aggressiva, alla prepotenza per prevaricare, ad una competitività che mira annientare gli altri, all’individualismo che nega i legami sociali. Iniziamo noi a dire “basta!” al male.