La Parola del Parroco
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01 Settembre 2024
Con l’inizio del mese di settembre ci prepariamo alla ripresa dell’anno sociale e pastorale, in coincidenza con l’avvio del nuovo anno scolastico che si impone, con i suoi ritmi, nell’agenda di molte famiglie e anche della vita ecclesiale. Per questo sabato prossimo il nostro Arcivescovo inaugurerà il nuovo anno pastorale per la nostra Diocesi e, come di consueto, ci dona la sua proposta pastorale per camminare assieme nei prossimi mesi. Non è un “programma” con obiettivi, attività, progetti. Mons. Delpini ha ribadito ancora che «Il centro della proposta pastorale è sempre l’anno liturgico, ossia la celebrazione del mistero di Cristo, che si distende nell’arco temporale dell’anno per farci rivivere i misteri della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione sino al dono dello Spirito, ossia al mistero della Pentecoste, da cui nasce la Chiesa. Così ogni battezzato e tutto il popolo dei battezzati si dispongono per divenire la dimora in cui abita la “potenza di Cristo”».
La sua proposta, che vuole invece aiutarci ad avere le giuste disposizioni per vivere bene l’anno liturgico, si intitola: “Basta. L’amore che salva e il male insopportabile”. Un titolo curioso per uno scritto che invito a leggere (è acquistabile in libreria o scaricabile, nella versione digitale, dal sito della Diocesi). “Basta” anzitutto si riferisce alla consapevolezza (da maturare) che “solo Dio basta”. È una certezza che Dio stesso rivelò a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2Cor 12,9). È una verità che S. Teresa d’Avila espresse così (come anche cantiamo): «Nada te turbe, nada te espante, todo se pasa. Dios no se muda, la paciencia todo lo alcanza, quien a Dios tiene nada le falta. Sólo Dios basta» (Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia, la pazienza tutto realizza. A chi ha Dio, nulla manca, Dio solo basta). L’Arcivescovo dunque ci invita a ricordare e a vivere il primato della grazia di Dio per vincere la tentazione di credere che il bene della nostra Comunità dipenda solo da quello che facciamo e programmiamo: «Soprattutto i preti, ma anche i diaconi, i consacrati e le consacrate e i laici che condividono la responsabilità pastorale sono tentati di identificare lo zelo con le prestazioni, l’onnipresenza e il controllo; la gente è tentata di identificare l’appartenenza alla comunità con la pretesa di essere servita e con l’ingenuità di vedere riprodotti calendari e abitudini che erano consueti in un altro tempo e in un’altra situazione ecclesiale». In questo cambiamento di epoca, la prima conversione è quella di saperci affidare totalmente alla grazia di Dio. Lui solo basta.