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12 Maggio 2024
Mi è inevitabile scrivere qualche pensiero sulle mamme, in questa domenica in cui sono festeggiate, dopo pochi giorni del passaggio di mia mamma da questa terra al cielo dove è per sempre con Dio. Inoltre siamo nel mese di maggio nel quale, con la recita del S. Rosario, ci rivolgiamo a Maria, la mamma di Gesù e mamma di tutti noi. E se la invochiamo nelle litanie lauretane “Regina delle vergini”, mi piace invocarla anche come “Regina delle mamme”. E se crediamo che in Paradiso ci sia la schiera delle vergini accannto a Gesù, l’Agnello Immacolato, mi piace pensare che ci sia anche la schiera delle mamme. Una schiera non sempre affollata perché le mamme hanno tanto da fare…
Nell’Angelus del 1° gennaio 2024 (in Rito Romano è la festa di Maria Santissima Madre di Dio), papa Francesco ha parlato delle mamme proprio prendendo spunto da Maria e dal Vangelo secondo Luca in cui la mamma di Gesù è descritta in silenzio meditando su quello che accadeva e veniva detto nei primi mesi di vità del suo Gesù. Il papa citava una frase del religioso e poeta David Maria Turoldo: « «Vergine, cattedrale del Silenzio / […] tu porti la nostra carne in paradiso / e Dio nella carne». È definita “cattedrale” perché in lei Dio e l’uomo possono incontrarsi; perché è stato il definitivo e magistrale incontro e unione tra Dio e l’uomo, con l’incarnazione del Figlio di Dio nel grembo di Maria. Ha poi commentato il papa: «Ma anche le nostre mamme, con la loro cura nascosta, con la loro premura, sono spesso magnifiche cattedrali del silenzio. Ci mettono al mondo e poi continuano a seguirci, tante volte inosservate, perché noi possiamo crescere. Ricordiamoci questo: l’amore non soffoca mai, l’amore fa spazio all’altro. L’amore ci fa crescere».
Quando fin da piccolo dicevo a mamma che avrei voluto “fare il prete”, ci fu sempre lieta accoglienza, da parte sua, di questo mio desiderio (certo ancora acerbo) tanto da permettermi poi di entrare in seminario a 10 anni e quindi, in un certo senso, staccandosi da me e io da lei, per concedermi di fare la mia strada, senza gelosie o brame di “possesso”. Io ero sicuro che lei c’era sempre anche se non la vedevo presente, come il suo amore, con il suo silenzio. E così è anche oggi. Affidiamo allora a Maria, Madre di Dio, tutte le mamme, che sono qui in terra o già in cielo, perché l’amore che donano ai loro figli permetta a loro di crescere seguendo la vocazione che Dio rivolge a loro, perché, come scrive il nostro Arcivescovo, «la vita nella sua verità è vocazione», perché abbiamo un debito d’amore verso Dio e verso gli altri, come ci insegnano le mamme.