La Parola del Parroco
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18 Febbraio 2024
Nel suo messaggio per la Quaresima che noi ambrosiani iniziamo oggi, papa Francesco fa riferimento al cammino dell’esodo del popolo di Israele, esodo dall’Egitto – terra di schiavitù – verso la terra promessa – terra di libertà. Infatti con questo parallelismo – cui allude la liturgia quaresimale – ciascuno è chiamato in questo tempo forte a vivere un cammino di liberazione da un male, da una forma di schiavitù precisa e così celebrare con verità e gioia la Pasqua di Gesù.
Il papa ricorda però un particolare della storia dell’esodo: «è Dio a vedere, a commuoversi e a liberare, non è Israele a chiederlo. Il Faraone, infatti, spegne anche i sogni, ruba il cielo, fa sembrare immodificabile un mondo in cui la dignità è calpestata e i legami autentici sono negati. Riesce, cioè, a legare a sé. Chiediamoci: desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi col vecchio?». Iniziando oggi la Quaresima mi sono chiesto: quante famiglie della nostra Comunità (anche tutte quelle che hanno festeggiato Carnevale) sono consapevoli di questo tempo forte? Quante si prepareranno alla Santa Pasqua che celebra il cuore della nostra fede cristiana? Quanti desiderano vivere il cammino di conversione dai propri peccati lasciandosi liberare da Dio? Forse poche. Eppure è Dio che prende l’iniziativa, come è stato Lui a decidere di liberare un popolo che non aveva più la forza di gridare a Lui per essere affrancato dalla situazione di oppressione che viveva.
Mi consola questo Dio che nella indifferenza odierna, nelle tante situazioni di schiavitù e male che molti vivono senza alcuna speranza, Lui comunque ci offre questo tempo prezioso, comunque ci darà la possibilità di vivere la Pasqua, rinnovando il dono del suo Figlio morto e risorto per la nostra liberazione dal male. Scrive ancora il papa: «Dio non si è stancato di noi. Accogliamo la Quaresima come il tempo forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile” (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù stesso, come ricordiamo ogni anno la prima domenica di Quaresima, è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere provato nella libertà. Per quaranta giorni Egli sarà davanti a noi e con noi: è il Figlio incarnato».
Contempliamo questo Figlio incarnato, contempliamolo nel crocifisso che è presente nelle nostre chiese (e spero in ogni casa) perché il segno di quell’amore di Dio per noi che è giunto fino all’estremo pur di donarci la libertà assieme alla speranza di una vita nuova e di un mondo nuovo. Buona Quaresima!