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07 Gennaio 2024
Abbiamo iniziato il nuovo anno con la celebrazione, a Capodanno, della Giornata Mondiale della Pace. Purtroppo nelle festività natalizie le numerose guerre non si sono fermate, neppure nella terra di Gesù dove è risuonato il canto angelico: «Pace sulla terra». Pur vivendo la gioia per la nascita del Salvatore, non possiamo non avere nel cuore la tristezza per le numerose vittime, per i feriti, per le case distrutte, per i bambini rimasti orfani. Come ha detto più volte papa Francesco, si sta compiendo una terza guerra mondiale “a pezzi”. Per rendercene conto, nelle domeniche del mese di gennaio nelle preghiere dei fedeli ricorderemo tutti i paesi dove è in atto una guerra o una lotta tra fazioni. Nelle chiese troverete un cartello che riporta, indicati in un planisfero, i focolai di guerra e di guerriglia. Semplici iniziative per conoscere meglio la situazione mondiale e per renderci conto di quanti popoli non conoscono la pace. E quindi per pregare maggiormente, senza stancarci.
Ulteriori spunti di riflessioni circa il tema della pace ci sono offerti dal papa dal messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio. Al centro delle considerazioni del pontefice c’è la questione della “intelligenza artificiale”. Scrive: «I notevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera digitale, presentano dunque entusiasmanti opportunità e gravi rischi, con serie implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli. È pertanto necessario porsi alcune domande urgenti. Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace?». Già alcuni stati si sono mossi per stilare alcune regole sull’uso dell’intelligenza artificiale. Una indicazione di fondo è offerta dal papa: «In un’ottica più positiva, se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale. In definitiva, il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità».
L’impegno a costruire la pace ci deve allora vedere vigilanti anche nel mondo del digitale e collaborativi nel creare una coscienza a livello internazionale perché la tecnocrazia non prenda il sopravvento generando diseguaglianze e quindi altre cause di conflitto