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03 Dicembre 2023
Ricorrono quest’anno 800 anni dalla prima rappresentazione della Natività a Greccio ad opera di S. Francesco. Secondo il racconto di Tommaso da Celano, “biografo” del grande santo, in quel periodo nella contrada di Greccio Francesco conobbe un nobile di nome Giovanni “di buona fama e di vita anche migliore” e quindici giorni prima della ricorrenza del Natale gli disse: “Se desideri che celebriamo a Greccio la presente festa del Signore, affrettati a precedermi e prepara diligentemente quanto ti dico. Voglio infatti far memoria del Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come fu posto sul fieno tra il bue e l’asino”.
Così nel 1223, il giorno di Natale, durante la celebrazione eucaristica, venne rappresentata la memoria della nascita del Bambino di Betlemme con il bue, l’asino, la mangiatoia e il fieno (unici elementi presenti sulla scena). Il luogo della mangiatoia è stato consacrato come altare del Signore e sopra è stata costruita una chiesa dedicata a San Francesco, “affinché dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, là gli uomini possano mangiare, per la salvezza dell’anima e del corpo”.
Questo centenario sproni le nostre famiglie a realizzare il presepe nella propria casa. Anche se di dimensioni piccole perché non c’è molto spazio, un segno ci sia; anche se piace di più l’albero di Natale, non manchi però un piccolo presepe. Pure quest’anno lanciamo il nostro concorso presepi (vedi tra gli avvisi dell’Avvento). Facciamo nostro il desiderio di S. Francesco di “vedere con gli occhi del corpo” l’avvenimento che è al centro della storia dell’umanità - Dio che si è fatto uomo! - così straordinario ma così semplice e umile come la nascita di un bambino in povertà.
Scrive San Giovanni evangelista: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18). Noi che crediamo in Gesù Figlio di Dio fatto uomo dobbiamo testimoniare, anche attraverso il presepe, questa presenza di Dio a chi lo ritiene lontano e indifferente alla vita dell’umanità; a chi immagina un Dio potente e si scandalizza per il male presente nel mondo e nell’uomo che Dio tollera e non sa vincere. Noi testimoniamo il Dio che si è rivelato in Gesù, il Padre della misericordia e dell’amore che si dona. Noi testimoniamo il Dio della croce: ma in quante case, in cui non si fa più il presepe, c’è almeno un crocefisso appeso al muro?