La Parola del Parroco
Home > La Parola del Parroco > La Parola del Parroco del 27 Novembre 2022
27 Novembre 2022
Con Don Luca ho iniziato la visita natalizia alle famiglie dei nostri ragazzi del catechismo dell’Iniziazione Cristiana. Come ho scritto nella lettera inviata ai genitori, questa tradizione è vissuta dalla nostra Chiesa ambrosiana in preparazione al Natale per significare la visita di Dio all’umanità con il suo farsi uomo, con la sua nascita. Dio è venuto per portarci il suo amore di Padre che ci salva in Gesù, suo Figlio. Dio viene sempre, ogni giorno nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nella nostra Comunità. Visitando le famiglie quindi vogliamo portare la buona notizia della presenza di Dio. Portiamo anche la sua benedizione e, concretamente, portiamo anche una immagine natalizia che riporta sul retro la preghiera del “Gloria al Padre…”. Invitiamo i ragazzi a leggerla al momento della visita e a impararla (se non la conoscono) per pregare personalmente o in famiglia o nel gruppo di catechismo.
La scelta di passare da queste famiglie (oltre che dalle persone anziane e malate) ci ha portato a organizzarci in modo da favorire l’incontro. A partire dall’orario, prima di cena, sperando in una maggiore presenza in casa (per non benedire le porte!), visto gli orari di lavoro di molti e i vari impegni dei ragazzi. Abbiamo scelto di dare più tempo e non vivere una visita “mordi e fuggi” come accadeva in passato in “tour de force” che forse non aveva più senso.
Quello che stiamo sperimentando in questi primi giorni ci interroga profondamente su questa tradizione. Forse abbiamo maggiormente badato all’aspetto organizzativo, dando per scontati alcuni aspetti della “benedizione delle famiglie”. Essa si colloca ora in una società che non ha più riferimenti religiosi e nella complessità delle giovani famiglie di oggi. Incontriamo infatti famiglie che forse per la cena riescono a radunarsi con tutti i membri. Le attività sportive dei ragazzi, l’arrivo attardato dal lavoro, la sistemazione della casa, fanno capitare la nostra visita in un momento in cui manca qualcuno, se non i ragazzi stessi; in un momento forse inopportuno, almeno per il fatto che la casa è in disordine e si vorrebbe accoglierci in modo migliore. A volte ci imbattiamo in porte chiuse o nella risposta: “Adesso sono occupato...”. Incontriamo poi lo stupore dei ragazzi che non comprendono il significato della nostra visita e del gesto della benedizione e gli spieghiamo perché siamo arrivati a casa loro in questo periodo prenatalizio tentando di far capire che dobbiamo prepararci al Natale di Gesù (e non di Babbo Natale…), dobbiamo preparare i cuori perché è lì che Dio vuole essere, vuole nascere. Vuole essere presente in questa nostra vita complessa che Lui vuole benedire