La Parola del Parroco
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16 Ottobre 2022
La nostra Chiesa Ambrosiana oggi celebra la festa della dedicazione del nostro Duomo di Milano che è anche la chiesa cattedrale, cioè la chiesa dove il vescovo presiede le celebrazioni liturgiche esercitando il suo ministero di pastore anche con il suo insegnamento (cattedra). La dedicazione del Duomo a Dio e a Santa Maria Nascente significa la consacrazione di questo magnifico edificio, immerso tra tutti gli edifici della città, come spazio sacro, tempio di Dio. Piu significativamente però ad essere “tempio di Dio” è il popolo di Dio, è la Chiesa composta da tutti i battezzati che mediante l’unzione crismale e l’effusione dello Spirito santo, sono tutti consacrati. Anche essi, immersi tra tutta la gente, sono “luogo” dell’incontro con Dio. Ciascuno di noi, battezzati, siamo resi luogo di incontro con Dio se sappiamo amare e dare la vita come Gesù.
Nel contesto di questa festa ambrosiana è significativo per la nostra Comunità e in particolare per la parrocchia di Venegono Inferiore vivere il rinnovo della consacrazione di Philomena nell’Istituto secolare Missionarie della sofferenza “Cristo speranza”. Philomena è donna africana proveniente dal Burkina Faso e svolge il lavoro di badante. Dopo un cammino spirituale, ha scelto di consacrarsi al Signore in quell’Istituto. Continuando a vivere ordinariamente a casa sua e svolgere il suo lavoro, ella vive il dono della vita a Dio con particolare attenzione ai sofferenti e ai malati secondo la spiritualità di San Camillo del Lellis. Quindi non vivendo in un convento e in comunità, i laici consacrati negli Istituti Secolari danno testimonianza del Vangelo del Regno in mezzo alla gente, nella comunità cristiana, sul posto di lavoro, tra gli amici… Nella nostra Comunità ci sono diversi consacrati “laici”.
Ritengo che sia un dono per noi questa presenza. In particolare, quella di Philomena ci fa comprendere concretamente quello che il nostro Arcivescovo ha detto in merito alla nostra Chiesa ambrosiana, anche attraverso un sinodo minore: siamo Chiesa dalle genti. Una donna africana arricchisce la nostra Comunità con il vissuto della sua fede nata e coltivata nella sua cultura. Si mette a servizio della Chiesa e della nostra Comunità (è ministro della comunione ai malati e aiuta durante le S. Messe nella distribuzione della comunione). Testimonia la bellezza di una vocazione di consacrazione vissuta nella normalità della vita quotidiana e così ci fa intuire un altro concetto che mons. Delpini ha ribadito anche nella proposta pastorale di quest’anno: Ciascuno di noi ha una vocazione perché è chiamato a vivere in obbedienza alla volontà del Padre per essere segno del suo amore in mezzo agli altri.