La Parola del Parroco
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09 Ottobre 2022
La liturgia della Parola di questa domenica ci invita a meditare sul tema dell’accoglienza. Il brano evangelico di Matteo è quello che conclude il discorso di Gesù rivolto ai Dodici prima di inviarli ad annunciare il Vangelo del Regno. Le persone che li accoglieranno devono sapere che accolgono Gesù stesso e anzi Dio Padre che lo ha mandato nel mondo. Gesù fa valere il principio secondo cui chi è “inviato” (questo è li significato della parola greca “apostolo”) è la stessa persona di chi lo ha inviato. Matematicamente dovremmo scrivere questa equazione: apostoli=Gesù=Dio.
Questa dinamica è all’interno della stessa storia di salvezza perché Gesù è stato mandato da Dio nel mondo per salvarlo e così gli apostoli sono mandati da Gesù per portare la sua salvezza. Dunque accogliere chi è inviato ad annunciare il Vangelo accoglie la salvezza di Dio.
Queste semplici considerazioni ci portano a riflettere sulla “missione” (parola latina che ha lo stesso significato di “inviare”) proprio in questo mese dedicato a tale aspetto della vita della Chiesa. Anche le vocazioni missionarie diminuiscono (sia preti che religiosi e religiose che laici) per diversi motivi. Tra questi anche un certo relativismo secondo cui una religione vale l’altra e quindi non è necessario annunciare il Vangelo a chi non lo conosce ancora. Questa concezione sembra disconoscere la novità salvifica che Dio ha donato in Gesù. Non è questione di finire all’Inferno se non si diventa cristiani. È invece il desiderio, nato dalla propria esperienza di fede, che il Vangelo ti cambia la vita e la rende più umana e rende l’umanità stessa più fraterna. E credo che oggi ne abbiamo bisogno più che mai.
Un ultimo pensiero suscitato dal tema “accoglienza”. L’episodio della povera vedova straniera che accolse il profeta Elia mette in luce che la sua generosa ospitalità viene premiata prodigiosamente perché acqua, farina e olio non si esauriscono per tutto il tempo della carestia che era in atto. Riflettendo alla grande difficoltà che noto nella nostra Comunità a trovare ospitalità per famiglie o persone in difficoltà (cfr. mio articolo sul tema “casa” nell’ultimo numero de “il Venegonese”) mi chiedo se abbiamo perso il senso di solidarietà, se prevalga la logica solo speculativa (la stessa di chi determina il prezzo dell’energia oggi!), se ci lasciamo bloccare dalla paura di perdere il proprio benessere. Pur comprendendo oggettive difficoltà, tuttavia queste possono essere superate grazie anche a una collaborazione “in rete” in cui far crescere la fiducia, dare garanzie, e soprattutto essere coerenti con il Vangelo della salvezza.