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02 Ottobre 2022
Abbiamo iniziato il mese di ottobre e la tradizione lo lega a due attenzioni: la devozione mariana con la recita del S. Rosario e le missioni. In questo anno pastorale in cui il nostro Arcivescovo ci chiede di riflettere sulla preghiera nelle sue varie forme, penso che sia opportuno anche comprendere maggiormente quella del S. Rosario.
Anzitutto dobbiamo precisare subito che non è principalmente una preghiera mariana, anche se per 200 volte si deve recitare l’Ave Maria (con il S. Rosario completo). Infatti questa ripetizione accompagna la meditazione e contemplazione dei “misteri”, cioè i fatti della vita di Gesù dal suo concepimento con l’Annunciazione fino all’incoronazione di Maria da parte del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Dunque mentre recitiamo le Ave Maria dovremmo con la mente e il cuore immaginare le scene che i misteri ricordano. Per aiutarsi in ciò, si potrebbe recitare l’Ave Maria e al termine della prima parte aggiungere brevi parole che illustrano il mistero che si sta meditando. Per esempio: “…benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che nasce a Betlemme”… “che muore in croce”… Ciò aiuterebbe a non cadere nelle distrazioni a cui la ripetizione meccanica dell’Ave Maria può indurre.
Perché meditare gli episodi della vita di Gesù con il S. Rosario? Scrive il nostro Arcivescovo nella sua proposta pastorale: «La contemplazione dei misteri di Cristo con l’animo di Maria è la via più sapiente che il credente può praticare per comprendere i sentimenti di Gesù e condividerli», comprendere cioè che cosa c’è nel cuore di Gesù ossia l’amore per l’umanità di Dio Padre a cui lui si è fatto obbediente. Scrive san Paolo: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,5-89.
Un’ultima considerazione. Il S. Rosario è una preghiera accessibile a tuti. Non c’è bisogno di sussidi o libretti. Scrive mons. Delpini: «La forma semplice della ripetizione permette di pregare facilmente insieme: nelle famiglie, nella preparazione alla messa, nel ringraziare dopo la celebrazione, nel condividere il lutto pregando per i defunti, nel condividere l’invocazione straziata di fronte alle prove della vita che affliggono le persone care: «Prega per noi! Prega per noi!» E Maria non abbandona nessuno».