La Parola del Parroco
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12 Giugno 2022
La settimana che iniziamo con questa domenica dopo Pentecoste, ha come ouverture la solennità della Santissima Trinità. In particolare, è proposto al nostro ascolto nella S. Messa il brano del libro della Genesi in cui tre sconosciuti fanno visita ad Abramo alle Querce di Mamre. E il patriarca li accoglie con grande ospitalità, offrendo loro un pasto sostanzioso. L’episodio è ritratto nella famosa icona di Rublev, chiamata della “Trinità” perché la rilettura cristiana antica ha ravvisato nei tre personaggi la Trinità che visita Abramo: tre angeli uguali stanno attorno ad un tavolo occupandone tre lati. Il quarto posto libero è rivolto a chi guarda l’icona, contempla la Trinità: si è come invitati a sedersi a tavola con le tre persone divine. Il Padre, il Figlio e lo Spirito santo, non sono un’unità a circolo chiuso. La storia della salvezza ci rivela che Dio da sempre ha voluto far partecipe dell’amore che unisce i Tre anche l’uomo creato a sua immagine e ciò è diventato definitivamente possibile per ogni uomo attraverso la fede in Gesù, morto e risorto.
Se da una parte è Abramo che accoglie e rifocilla i tre stranieri, nello stesso tempo sono loro ad accogliere Abramo e a nutrire la sua speranza. Infatti al termine del pasto gli rivelano che entro l’anno egli diventerà padre attraverso sua moglie Sara.
Al termine di questa settimana vivremo le Giornate Eucaristiche (tradizionalmente chiamate “Quarantore”) che culmineranno con la Prima Santa Messa di don Massimo e la processione eucaristica. Mi sono chiesto che cosa significa vivere questi appuntamenti tradizionali che ormai per la maggior parte delle nostre famiglie hanno perso significato. Se non si prega più, come si può stare in preghiera davanti al Santissimo? Se non si partecipa più o solo raramente alla celebrazione eucaristica (anche da parte di quelle famiglie che hanno appena accompagnato i propri figli alla Prima Comunione nel maggio scorso), perché fare una processione segno del popolo di Dio vivente (cammina!)?
Non so se è solo per consolarci, tuttavia il mistero della Trinità ritratto nell’icona, mi ricorda che anzitutto il nostro Dio non smette di chiederci di essere ospitato nelle nostre vite e nella vita della nostra Comunità per farci comprendere che siamo noi gli invitati a partecipare all’amore che unisce le tre persone divine: beati coloro che si lasceranno nutrire da esso!