La Parola del Parroco
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29 Maggio 2022
«Perché il lamento è tanto diffuso?» si chiede il nostro Arcivescovo nella propo-sta pastorale, nel capitolo sulla Chiesa “unita”. È una constatazione di quello che succede in molte comunità cristiane. Anche nella nostra. È una sorpresa amara quella di mons. Delpini perché fatica a comprendere come ci possa lamentare a fronte dei tanti doni del Signore che dovrebbero essere motivi di gratitudine e non di lamento. «Se siamo grati per il dono ricevuto, il dono di essere salvati, il dono di essere in una comunità di redenti, il dono di essere in cammino per una speranza affidabile» non dovremmo lagnarci, sostiene l’Arcivescovo. Dunque sembra mancare il senso della riconoscenza, di saper riconoscere i doni che Dio ci elargisce, quale antidoto al lamento. Si tende sempre a vedere e a evidenziare quello che manca rispetto a quello che abbiamo già. E se riflettiamo bene sul breve e intenso elenco dei doni sopra citati, forse dovremmo provare un po’ di vergogna nell’essere scontenti di cose di meno conto, al confronto. Se compren-dessimo fino in fondo che cosa significa essere salvati, avere accanto a noi fratel-li e sorelle nella fede, poter credere nelle promesse di bene del Signore, subito ai nostri occhi molte situazioni perderebbero quell’importanza che noi gli attri-buiamo indebitamente.
Che cosa è veramente importan-te? Lo possiamo comprendere se ci met-tiamo in ascolto e meditazione della preghiera che Gesù eleva al Padre nella sua ultima cena, riportata dall’evangelista Giovanni al cap. 17 del suo Vangelo. L’arcivescovo scrive: «La preghiera di Gesù perché “siano una sola cosa” (Gv 17,11) invoca la grazia della nostra comunione e rivela a quale profondità giunge il suo comandamento: “Amatevi gli uni gli altri” (Gv 13,34). L’amore fraterno comporta una specie di gara nello stimarsi a vicenda, il riconoscimento del bene che l’altro rappresenta per me, la riconoscenza per essere un cuore solo e un’anima sola nella comunione dei santi».
In questa settimana in cu invochiamo il dono dello Spirito santo prepa-randoci alla solennità di Pentecoste, ringraziamo Dio per il dono di questa nostra Comunità cristiana e proviamo a elencare tutti i doni che in essa e attraverso di essa riceviamo. Lo Spirito che ci raduna in unità ci aiuti a vedere il bene che c’è in ogni fratello e sorella nella fede e faccia sgorgare da nostro cuore la lode a Dio. Ci aiuti poi a vedere il bene che è presente nella nostra Comunità e metta nei nostri cuori il desiderio di renderla ancora più bella, lasciandoci chiamare al suo servizio così che la generosità sia messa a disposizione per obbedienza e non per vanto.