La Parola del Parroco
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01 Maggio 2022
Abbiamo iniziato il Tempo Pasquale che si concluderà, dopo cinquanta giorni, con la solennità di Pentecoste. È il tempo in cui riviviamo la nascita della Chiesa: i discepoli di Gesù Risorto iniziano a costituire la prima comunità cristiana, la comunità dei credenti nel Crocifisso Risorto. Il libro degli Atti degli Apostoli, che leggeremo spesso in questo Tempo Pasquale, ci descrive questa comunità: «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola». Pur essendo in molti, erano un tutt’uno. Pur essendo diversi, erano uniti.
Questa caratteristica dell’unità è stata sottolineata dal nostro Arcivescovo nella sua proposta pastorale di questo anno, invitando ad essere Chiesa “Unita, libera, lieta”. Il secondo capitolo, che rileggeremo in queste domeniche, è dedicato alla “Chiesa unita”. Il punto di partenza delle riflessioni di mons. Delpini è la sorgente dell’unità della Chiesa. Non è il frutto di sforzi umani per “stare insieme”, ma è la comunione trinitaria cui la chiesa è resa partecipe attraverso il dono dello Spirito santo. E viene citata una frase della lunga preghiera di Gesù presente nel cap. 17 del Vangelo di Giovanni: «Perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato». La richiesta di Gesù al Dio Padre non è tanto quella di ricomporre in unità coloro che sono divisi, ma quella di diventare come la stessa Trinità: una cosa sola, grazie all’amore. Ogni credente in Cristo sperimenta quell’amore che fa abitare Dio nel proprio cuore e unisce a tutti gli altri credenti.
Ciò avviene anzitutto nel sacramento dell’Eucaristia. Scrive l’Arcivescovo: «La grazia di questa edificazione [della comunità dei credenti] è offerta nel mistero celebrato: coloro che condividono lo stesso pane, il corpo di Cristo, diventano un solo corpo. L’unità è offerta nei segni sacramentali dell’Eucaristia e viene resa visibile ogni volta che la comunità dei credenti si raduna a celebrare la Santa Messa, specialmente alla domenica, Pasqua settimanale. Non ci possiamo dire cristiani, non ci possiamo dire credenti se non celebriamo l’Eucaristia. Molti affermano: “Io credo in Dio ma non vado in chiesa” (intendendo la mancata partecipazione alla Messa). Se uno vive veramente la fede nel Signore Gesù, se fa esperienza della vita del Dio trinitario in sé, non può non ricevere la chiamata a celebrare questa fede e a sentirsi parte di una comunità, a diventare un cuore solo e un’anima sola con gli altri credenti nel Signore. In questo Tempo Pasquale rinnoviamo la gioia di partecipare alla S. Messa domenicale di essere parte di questa Comunità cristiana.