La Parola del Parroco
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02 Gennaio 2022
Nel suo messaggio in occasione della benedizione “Urbi et Orbi” (alla città di Roma e al mondo) per il Santo Natale, papa Francesco ha detto: «Sorelle, fratelli, “che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità?” (Enc. Fratelli tutti, 198). In questo tempo di pandemia ce ne rendiamo conto ancora di più. La nostra capacità di relazioni sociali è messa a dura prova; si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare ad uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme. E anche a livello internazionale c’è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo; ma queste sole, in realtà, conducono alla soluzione dei conflitti e a benefici condivisi e duraturi».
Accogliamo questa riflessione circa il dialogo: è un invito non solo ad interloquire ma anche ad incontrarsi. Anche ora che siamo nell’ennesima ondata di contagi, molto più virulenta anche se meno pericolosa soprattutto per chi è vaccinato. Ciò ha comportato un po’ di scoraggiamento perché credevamo di essere vicini all’uscita dal tunnel; molti sono costretti a chiudersi in casa per quarantena o sorveglianza attiva o paura. Tuttavia rinnoviamo la speranza e la volontà di incontrarci (con tutte le precauzioni necessarie).
Soprattutto non lasciamo cadere l’appello al dialogo. Il papa lo ha lanciato anche nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che abbiamo celebrato ieri, primo giorno dell’anno. Già il titolo lo evidenzia: “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”. Sono già enucleati qui i tre argomenti trattati nel messaggio e tra loro concatenati. Vi invito a leggerlo. Mi soffermo solo sul primo punto.
Scrive: «Le grandi sfide sociali e i processi di pacificazione non possono fare a meno del dialogo tra i custodi della memoria – gli anziani – e quelli che portano avanti la storia – i giovani –; e neanche della disponibilità di ognuno a fare spazio all’altro, a non pretendere di occupare tutta la scena perseguendo i propri interessi immediati come se non ci fossero passato e futuro. La crisi globale che stiamo vivendo ci indica nell’incontro e nel dialogo fra le generazioni la forza motrice di una politica sana, che non si accontenta di amministrare l’esistente con rattoppi o soluzioni veloci, ma che si offre come forma eminente di amore per l’altro, nella ricerca di progetti condivisi e sostenibili». Questo dialogo deve avvenire all’interno delle nostre famiglie. Anche all’interno della nostra Comunità pensando anche a nuove iniziative: chi ha qualche idea in merito sia il benvenuto! Buon Anno!