La Parola del Parroco
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05 Settembre 2021
Ha preso avvio il nuovo anno sociale dopo la pausa estiva e fra pochi giorni inizierà anche l’anno scolastico. Pur nelle incertezze legate ancora alla pandemia che persiste, mi pare che l’andamento dei contagi e delle ospedalizzazioni, permetta un cauto ottimismo (e personalmente trovo incomprensibile la posizione ideologica dei cosiddetti no-vax) circa attività e proposte pastorali.
In forza di questo, abbiamo in animo di riaprire i nostri oratori per la “libera” frequentazione, inizialmente alla domenica, e avviseremo quando sarà possibile. Come succede nella riabilitazione dopo un trauma, così è bene fare un piccolo passo nella speranza di riuscire ad aprirli anche in settimana.
“Aprire” non significa solo spalancare un cancello per entrare in uno spazio. Persistono infatti le norme e le restrizioni imposte dalla pandemia e dettate, in campo ecclesiale, dalla nostra Curia e a cui dobbiamo sottostare non solo per non incorrere in sanzioni (e il parroco ha la responsabilità ultima) ma anche per la tutela della salute di tutti. Per farsi un’idea della complessità nella gestione dell’oratorio “aperto” legga la nota che si trova a questo link: <a rel="nofollow" target="_blank" href="https://www.chiesadimilano.it/avvocatura/files/2021/04/Indicazione-per-lapertura-degli-oratori-alla-libera-frequentazione-23-aprile.pdf">https://www.chiesadimilano.it/avvocatura/files/2021/04/Indicazione-per-lapertura-degli-oratori-alla-libera-frequentazione-23-aprile.pdf.
Se avete avuto pazienza nel leggerla, intuite che ci vogliono più volontari rispetto ai due “baristi” che prima della pandemia si incaricavano di tenere aperti gli oratori. È da aggiungere che necessitano poi volontari anche per le ordinarie pulizie e manutenzione. Sinceramente anche prima della pandemia essi erano pochi e ciò a dispetto di tutti quelli che si dilettano nella mormorazione (e alcuni tra i più “vicini” alla parrocchia) contro la chiusura degli oratori o di quelli che, inutilmente, esordiscono con “ai miei tempi…”. Dunque in base alle disponibilità per servizio d’ordine, sanificazione, baristi, pulizie potremo programmare i giorni di apertura. Ricordo che i minorenni che vogliono entrare in oratorio devono chiedere prima ai genitori di consegnare in parrocchia, firmato, il patto di corresponsabilità; e tutti (anche adulti), entrando, devono ogni volta fornire il nominativo e un recapito telefonico. È evidente che, a fronte dell’impegno dei volontari, si devono incitare i ragazzi a venire in oratorio perché, incontrando coetanei o amici, possano giocare in libertà e autonomia. Siamo tutti coscienti che l’obbligo a rimanere in casa in tempi di “zona rossa” ha portato molti ragazzi a non uscire più di casa anche ora che è possibile e passare il tempo davanti al PC o TV. Ciò è un motivo per invitare: “Vai all’oratorio!”. Peccato che molti genitori non l’abbiano fatto neanche prima della pandemia…