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18 Luglio 2021
Domenica prossima si celebrerà la prima Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, voluta da papa Francesco e indetta ogni anno nella quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica (26 luglio) dei Santi Gioacchino e Anna, i nonni materni di Gesù (come vuole la tradizione). Sebbene in questi anni è stata introdotta una “Festa dei nonni” nel giorno che celebra gli angeli custodi (2 ottobre), il papa ha voluto che si dedicasse un giorno a cui pensare ai nonni e agli anziani ricordando i nonni del Signore per meglio comprendere la loro presenza al di là della loro “utilità” (nella cura e custodia dei nipoti).
Sappiamo bene che il papa (anziano pure lui) ha a cuore gli anziani, spesso denunciando la loro marginalizzazione da parte della società, quasi considerandoli “scarti” perché non più produttivi. Papa Francesco ha accompagnato l’istituzione di questa Giornata con un messaggio carico di affetto: «“Io sono con te tutti i giorni” sono anche le parole che da Vescovo di Roma e da anziano come te vorrei rivolgerti in occasione di questa prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani: tutta la Chiesa ti è vicina – diciamo meglio, ci è vicina –: si preoccupa di te, ti vuole bene e non vuole lasciarti solo!». Un affetto che è prezioso verso una categoria di persone che sono state colpite duramente dagli effetti letali della pandemia: quanti anziani sono morti in questi mesi!
Il papa poi ribadendo ai nonni e agli anziani che possono ancora fare e donare molto alla società, li invita a collaborare ancora per la costruzione di una nuova società aiutando a collocare tre pilastri: «i sogni, la memoria e la preghiera».
Citando il profeta Gioele («I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni»), sottolinea l’importanza di una «alleanza tra i giovani e gli anziani». Perché i giovani possano avere visioni e costruire un mondo nuovo è necessario che gli anziani continuino a sognare: «nei nostri sogni di giustizia, di pace, di solidarietà risiede la possibilità che i nostri giovani abbiano nuove visioni, e si possa insieme costruire il futuro».
Ai sogni è legata la memoria che è da trasmettere, soprattutto il ricordo dei vissuti dolorosi per la guerra o l’emigrazione così da invogliare i giovani a portare pace, giustizia e solidarietà. «Questa memoria può aiutare a costruire un mondo più umano, più accogliente».
Infine papa Francesco cita il papa emerito: «Come ha detto una volta il mio predecessore, Papa Benedetto, santo anziano che continua a pregare e a lavorare per la Chiesa, disse così: “La preghiera degli anziani può proteggere il mondo, aiutandolo forse in modo più incisivo che l’affannarsi di tanti”».
Auguri a nonni, nonne e anziani: vi vogliamo bene!