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10 Gennaio 2021
Forse abbiamo già avuto modo di spiegare perché nel giorno dell’Epifania si annuncia la data della solennità di Pasqua (e in rito romano anche le date delle altre celebrazioni che sono fissate proprio a partire da quella di Pasqua che varia di anno in anno, come es. Pentecoste). È una tradizione antica, cioè in tempi in cui non esistevano calendari a disposizione di tutti. Era perciò necessario che venisse comunicata la data della Santa Pasqua visto che in questa occasione veniva celebrato il Battesimo e gli adulti che volevano riceverlo dovevano prepararsi nel tempo quaresimale precedente. Dunque l’annuncio della data della Pasqua era una sorta di invito, a chi voleva farsi battezzare, a “iscriversi”. Si narra che Sant’Ambrogio oltre alla data leggesse anche i nomi dei catecumeni già pronti e che quindi avrebbero dovuto farsi battezzare. Si racconta però anche che a volte non leggeva nessun nome perché molti, pur avendo fatto il cammino del catecumenato, non si facevano battezzare rimandando spesso la sua celebrazione in punto di morte (evidentemente se non era improvvisa). Infatti molti tra quanti volevano ricevere il Battesimo, presumendo di garantirsi la salvezza con la remissione di tutti i peccati, temevano di cadere di nuovo nell’errore prima di morire e quindi di essere costretti a sottoporsi alle dure pratiche della penitenza pubblica. Per questo motivo preferivano aspettare di essere arrivati alla fine della loro esistenza per ricevere il Battesimo, così da morire perfettamente purificati. Lo stesso S. Ambrogio era solo catecumeno quando fu acclamato dalla folla vescovo di Milano… D’altra parte la scelta del Battesimo da parte degli adulti era anche decisione forte di cambiare vita, di convertirsi per vivere da cristiani secondo gli insegnamenti di Gesù. È quello che chiedeva Giovanni il Battista ai peccatori che andavano a lui per vivere il gesto simbolico dell’immersione (= battesimo) nelle acque del fiume Giordano come per lavarsi dalle macchie del peccato. Solo così si poteva essere pronti ad incontrare il Salvatore, il Messia atteso, Gesù.
La maggior parte di noi ha ricevuto il Battesimo nei primi mesi di vita. È stata quindi una scelta dei nostri genitori i quali si sono impegnati a educarci nella fede, a farci incontrare Gesù, come l’unico e necessario Salvatore. Dobbiamo essere consapevoli però che quella scelta deve essere fatta propria: è necessario che quella fede ricevuta in dono sia motivata dalle nostre convinzioni personali. È l’impegno a maturare nella fede, a far sì che il Battesimo porti i suoi frutti in noi. Altrimenti, se non si arriva a tale maturità, ad un “fede per convinzione”, si rischia di essere come gli antichi catecumeni che rimandavano il Battesimo alla fine della vita. Così però si perdevano il bello di una vita veramente cristiana.