La Parola del Parroco
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03 Gennaio 2021
Abbiamo iniziato il nuovo anno, 2021, con molte attese nel cuore tra le quali spicca quella della fine della pandemia. L’inizio della campagna vaccinale anti-Covid cominciata negli ultimi giorni dell’anno appena concluso, fa ben sperare per i risultati ottenuti grazie all’impegno della comunità scientifica internazionale che ha unito le forze per arrivare presto a questa soluzione. Certo ci vorrà tempo perché tutti coloro che vogliono possano essere vaccinati e mi auguro che ci sia un’alta adesione, consci delle possibili limitazioni che potranno essere messe come avviene, con le altre vaccinazioni, per l’accesso alla scuola.
Papa Francesco nell’omelia della S. Messa di Capodanno ha scritto: «Quanto è importante educare il cuore alla cura, ad avere care le persone e le cose. Tutto comincia da qui, dal prenderci cura degli altri, del mondo, del creato. Non serve conoscere tante persone e tante cose se non ce ne prendiamo cura. Quest’anno, mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura. Perché, oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi». Proprio al tema della cura il Santo Padre ha dedicato il suo messaggio per la Giornata mondiale della Pace celebrata ormai da decenni il primo giorno dell’anno, dal titolo significativo: La cultura della cura come percorso di pace. Se la cura è il vaccino per il cuore, da quale virus può liberarci rendendolo innocuo? Quello dell’indifferenza che porta a non interessarsi degli altri e delle loro situazioni; che non si preoccupa delle conseguenze di scelte e comportamenti a volte dannose per gli altri e per la terra sempre più ammalata. È da sottolineare che il papa parli di “cultura della cura” e non semplicemente di cura. Intuiamo che prendersi cura non è qualcosa da imparare e che ci vuole un impegno costante affinché diventi una mentalità e un modo di agire “normale”. Per questo il papa, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della Pace parla di educazione e individua nella famiglia il luogo principale dove si impara a prendersi cura degli altri e del mondo. Chiediamoci se stiamo insegnando ai nostri figli l’importanza del prendersi cura e verifichiamo se nel contempo mettiamo in atto comportamenti contraddittori che esprimono indifferenza. Analizziamo anche il linguaggio che si sente in casa. Frasi come: “Che si arrangi!”, “Sono fatti suoi”, “Chi se ne frega”, non dovremmo usarle mai. Dobbiamo anche impegnarci ad educare i nostri figli a interessarsi di tante situazioni di sofferenza, a partire dalle guerre in atto, che ci sono nel mondo, superando l’indifferenza che nasce dall’individualismo ed egoismo di chi pensa solo a se stesso e a star bene solo lui.