La Parola del Parroco
Home > La Parola del Parroco > La Parola del Parroco del 22 Novembre 2020
22 Novembre 2020
Nonostante la pandemia abbia costretto al rinvio, tuttavia l’evento internazionale voluto da papa Francesco che si doveva tenere ad Assisi nello scorso marzo, è stato celebrato nei giorni scorsi nella modalità online. Parlo del convegno L’economia di Francesco, una iniziativa che si è sviluppata a seguito dell'invito che il papa ha inviato il primo maggio 2019, in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore, a economisti, studenti, imprenditori “under 35”. Con esso papa Francesco intendeva avviare, con i giovani e un gruppo qualificato di esperti, un processo di cambiamento globale affinché l'economia di oggi e di domani sia più giusta, fraterna inclusiva e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro. È stato lo stesso pontefice a delineare l’evento, insistendo soprattutto sul protagonismo giovanile. Infatti sono i giovani coloro che cambieranno un’economia non più sostenibile, adattandola alle nuove esigenze del nuovo millennio. E sono soprattutto loro a disporre di quelle energie in grado di coniugare “il grido della terra” con il “grido dei poveri”. Nei giorni scorsi 2000 giovani di 120 paesi del mondo si sono confrontati, attraverso i collegamenti in internet. Al convegno si erano preparati con 300 eventi suddivisi in 12 “villaggi tematici”.
La pandemia sta mettendo a nudo il sistema economico attuale: scegliere il lockdown e salvare vite umane o proseguire come prima mettendo a rischio la vita delle persone? Quello che è certo è che siamo di fronte a un sistema chiamato a rigenerarsi attraverso quel cammino che San Francesco e il papa hanno indicato alla società di ieri e a quella di oggi. Siamo chiamati a ripensare alle prospettive che sogniamo. E questo nel segno di San Francesco (nella cui cittadina si doveva tenere l’evento) che scriveva: “E io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare...Voglio che tutti lavorino”, un’'espressione che sintetizza in maniera emblematica il momento storico che stiamo vivendo. È bello che ci siano giovani che sognano un mondo nuovo con una economia nuova, credendo che un’economia diversa sia possibile, che sia più inclusiva, più equa, finalizzato non al servizio di pochi, ma a beneficio delle persone comuni e della società in generale. E mi piacerebbe che fossero proprio i giovani nella nostra Comunità a compiere gesti nuovi, a partire dal prossimo Natale che noi adulti abbiano consegnato loro come una festa commerciale. Perché non approfittare delle restrizioni che ci imporranno un Natale più sobrio, per vivere diversamente la gioia per la nascita di un bambino povero in una stalla? Perché non trasformare la corsa ai regali in una corsa verso una solidarietà che esprima la verità che san Francesco ci ha indicato: “Fratelli tutti”?