La Parola del Parroco
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08 Novembre 2020
Siamo giunti alla fine dell’anno liturgico. Il titolo della festa di questa domenica che può sembrare “pomposo”, Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, ci dice che, concludendo un altro tratto della storia della salvezza, Signore di questa storia non sono i potenti della terra e nemmeno gli eventi catastrofici di questa pandemia, ma Colui che regna dalla croce, Colui che rivela il senso della storia. Il senso cioè la direzione verso cui si incammina l’umanità è la piena comunione con Dio Padre, il compimento del Regno di Dio nel cuore di ogni uomo. Tirando le somme, allora, a conclusione di questo anno liturgico ci dobbiamo chiedere: il mio cuore, la mia umanità appartiene un po’ di più al Regno di Dio? Sono un po’ più cristiano?
Da diversi anni questa festa è l’occasione nella nostra Diocesi per vivere la Giornata Caritas e la Giornata mondiale dei poveri. Questi gli slogan significativi dei due eventi, rispettivamente: “Per non tornare indietro, nessuno sia lasciato indietro” e “Tendi la mano al povero”. La crisi generata dalla pandemia chiede un sforzo maggiore alla nostra Comunità per tendere la mano a chi è nel bisogno con la preoccupazione che nessuno si trovi “scartato” da false logiche di sopravvivenza o da “guerre tra poveri”. Questa mano tesa è concretamente quella dei nostri volontari delle due Caritas parrocchiali che, a nome di tutta la Comunità, vorrei ringraziare per l’impegno profuso soprattutto durante l’emergenza nella scorsa primavera (e, ahimè, per quello che ci aspetta nelle prossime settimane). Durante le Ss. Messe odierne ascolteremo i loro racconti. Vorrei però attirare la vostra attenzione su un dato che ci deve far riflettere. Stante la raccomandazione che in questo tempo gli “over 65 anni” rimanessero a casa o comunque non si esponessero troppo a contatti, accrescendo il rischio di contagio, ci siamo accorti che le nostre Caritas avrebbero dovuto chiudere i battenti! Certo il fatto che l’età della pensione avanza sempre più, costringe molti a dedicarsi al volontariato quando si è quasi settantenni! Su questo dato è bene che rifletta il nostro Stato che per molti ambiti si regge sul volontariato (un esempio concreto: in Italia quasi l’80% del servizio delle ambulanze - quelle che sfrecciano in questi giorni – è affidato ad associazioni di volontariato!). Tuttavia è vero anche che ci sono molti adulti che non lavorano e che potrebbero dare (tendere!) una mano nelle nostre Caritas e nelle belle associazioni dei nostri paesi. Per un cristiano deve essere un dovere quello di dedicare ore del proprio tempo agli altri in obbedienza al comandamento di Gesù. Se il tempo lo si trova per stare al bar, andare in palestra, camminare, fare shopping, stare davanti alla TV o ad un PC…