La Parola del Parroco
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19 Gennaio 2020
È iniziata ieri la consueta “settimana di preghiera per l’unità dei cristiani” che ogni anno si svolge dal 18 al 25 gennaio, vissuta dalle varie “confessioni” cristiane da più di cento anni. Forse per la nostra esperienza locale, dove non vivono gruppi di cristiani protestanti o anglicani oppure ortodossi che renda evidente la divisione (i Testimoni di Geova non sono una confessione cristiana negando la Trinità e altre verità di fede cristiane), non percepiamo la problematicità di questa situazione. Certo, ci sono in mezzo a noi diverse persone appartenenti a queste confessioni; c’è un significativo numero di badanti ortodosse (con le quali si sta dialogando più per necessità di ritrovo e incontro tra loro); c’è la sede di una chiesa evangelica a Venegono Inferiore. Ma ciò genera solo un po’ di curiosità per capire le differenze. Sappiamo dai nostri studi di storia che le divisioni sono spesso nate, direttamente o indirettamente, per questioni politiche di imperi, regni e stati (e come sempre anche per interessi economici); sappiamo pure che il degrado in certi comportamenti degli ecclesiastici è stata la causa di azioni riformiste, spesso rimaste in seno alle varie confessioni, ma a volte, purtroppo, sfociate in scismi. E ciò ha creato scandalo e reso meno credibile la testimonianza dei cristiani. Per questo sentiamo urgente per il bene del mondo trovare l’unità. Ne siamo consapevoli anche noi che in quanto Comunità Pastorale vogliamo crescere come casa e scuola di comunione rispetto a una società e ad un tessuto sociale sfilacciato, litigioso, individualista. Siamo chiamati a testimoniare la bellezza della comunione tra noi (cattolici) perché il mondo sappia sempre più desiderare e vivere l’unità, la concordia, la fraternità e la pace. Soffriamo quando anche all’interno della nostra Comunità ci sono invidie, “voglia di potere”, rigidità, durezza di cuore. Come dunque non soffrire per la divisione tra i cristiani? Come non avvertire la necessità di “trattarci con gentilezza”? Queste ultime parole alludono al tema scelto per la preghiera e la riflessione in questo ottavario 2020; tema che prende spunto da un versetto del libro degli Atti degli Apostoli: «Ci trattarono con gentilezza» (At 28,2). La nave su cui era imbarcato san Paolo, in arresto e diretto a Roma per essere processato, si arena dopo una tempesta sulle coste dell’isola di Malta dove tutti i naufraghi, sani e salvi, sono accolti con amorevolezza. Non dobbiamo quindi nascondere che le tempeste del passato e quelle recenti provochino rovina e dolore alla Chiesa, alle confessioni cristiane, alla nostra comunità. Dobbiamo però saperci accogliere con amore e riconciliare, più grati a Dio di essere da Lui salvati che non preoccupati di trovare o dare colpe agli altri. E saper pregare per l’unità dei credenti.