La Parola del Parroco
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24 Novembre 2019
La virtù della speranza, a partire delle promesse di Dio, che il nostro Arcivescovo ci ha invitato a coltivare in questo Tempo di Avvento, come ricordavo domenica scorsa, ha dovuto fare i conti in me e penso in molti a partire da una nuova e tremenda notizia di disperazione: un altro sedicenne, nel varesotto, si è tolto la vita. E c’è un’altra situazione preoccupante di una persona giovane che ha più volte tentato il suicidio: preghiamo per essa! Sono episodi che appartengono a storie di giovanissimi, storie uniche e particolari che non possono certo essere generalizzate creando panico. E tuttavia ci interrogano. Come ci interrogano le “processioni” di giovani indisturbati (volutamente indisturbati?) che dalla stazione ogni giorno (almeno nei mesi scorsi) si recavano nei boschi per acquistare sostanze stupefacenti. Quale male hanno sperimentato e subito questi giovanissimi così che ai loro occhi (e al loro cuore) la vita non ha più senso di essere vissuta, temendo che il futuro avrebbe riservato solo altro male con il suo carico di sofferenza, disperando che qualcosa potrebbe cambiare o che qualcuno avrebbe potuto offrire un aiuto. Questo aiuto a volte non è chiesto esplicitamente. Anche nell’ultima tragedia, i compagni hanno riferito di aver visto l’amico sorridente fino al giorno precedente: nulla sembrava far presagire il peggio. E tuttavia mi pare che questi giovani disperati un SOS lo inviino, spesso “in codice”, senza urlare “Aiuto!” con la voce, ma gridandolo in diversi modi che forse noi adulti non sappiamo decifrare. O non vogliamo?
Non vorrei unirmi banalmente al coro di coloro che puntano il dito contro i giovani genitori perché non sanno educare i propri figli alla gioia della vita e quindi alla speranza nel futuro. C’è tutta una generazione di adulti, tra i quali i nuovi nonni, che deve fare l’esame di coscienza sulla rincorsa al mito della “eterna” giovinezza rubando così il futuro dei propri figli e nipoti perché certi adulti lo vogliono occupare loro, alla ricerca continua del proprio benessere fisico, psicologico e materiale. Non ci deve preoccupare solo il fatto che le generazioni di adulti di questi decenni ha prosciugato le risorse del pianeta lasciando alle generazioni future una terra impoverita e ammalata. Deve far meditare il fatto che si sta prosciugando anche la bellezza di vivere dei propri figli, per star bene prima (o solo) loro (penso anche a certi casi di separazione).
In tutto questo panorama che preoccupa, ci provoca la testimonianza di Giovanni il Battista, nel brano evangelico odierno, che è consapevole del suo ruolo: non è lui il Salvatore (il Cristo) e quindi deve lasciare spazio a quello vero, Gesù. Anche noi adulti lasciamo il futuro alle nuove generazioni: noi, come Giovanni, abbiamo il compito di preparare i giovani al loro futuro.