La Parola del Parroco
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17 Novembre 2019
Iniziamo oggi il tempo di Avvento, cominciando così anche un nuovo anno liturgico che ci permetterà di rivivere la vita di Gesù (dalla sua nascita alla sua morte e risurrezione fino al dono dello Spirito santo) perché sia più nostra, perché noi siamo sempre più simili a Lui: questa infatti è la nostra salvezza!
Il nostro Arcivescovo, che non ha scritto una vera e propria lettera programmatica per questo anno pastorale ma diverse lettere per ogni periodo dell’anno liturgico, ci ha indicato alcune attenzioni da vivere nel tempo di Avvento.
Anzitutto ci chiede di coltivare la virtù della speranza: «L'Avvento è tempo di grazia non per preparare la commemorazione di un evento passato, ma per orientare tutta la vita nella direzione della speranza cristiana, sempre lieti e insieme sempre insoddisfatti». Ma che cosa è la speranza? «La speranza è la risposta alla promessa, nasce dall'accogliere la Parola che viene da Dio e chiama alla vita, alla vita eterna». Mons. Delpini ci suggerisce come alimentare questa speranza: attraverso le celebrazioni liturgiche e soprattutto attraverso la S. Messa: impegniamoci a viverla ogni domenica e, chi può, anche in settimana (quanta gente è a casa a buttare via il tempo!). In secondo luogo diamo tempo alla preghiera, anche in casa (aiutati dal sussidio a disposizione): «La speranza è quell'affidarsi alla promessa di Dio che confessa l'altezza del desiderio e insieme l'impotenza: perciò preghiamo come Gesù ci ha insegnato: “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” (Mt 6,10)». Spesso le nostre chiese, aperte di giorno, sono deserte; anche chi passa davanti alla chiesa non entra per fermarsi a pregare pur solo per pochi minuti. Anche la preghiera delle Lodi Mattutine alle ore 8.00 vede la partecipazione di poche persone: perché non fare uno sforzo in più? C’è poi l’occasione di frequentare comunità monastiche vicine (penso alle passioniste di Gornate o alle Romite del Sacro Monte) e pregare con loro. Chi lo ha fatto, ha avvertito la bellezza della preghiera e si è deciso a pregare di più!
Scrive ancora il nostro Arcivescovo: «Siamo condizionati in molti modi a vivere questo periodo dell'anno liturgico come un tempo orientato ad alimentare buoni sentimenti per una sorta di regressione generalizzata, infantile, provvisoria e consumistica. È necessaria una certa lucidità e fortezza per resistere alla pressione esercitata da molte agenzie alleate per la banalizzazione del mistero dell’incarnazione» Vi auguro di vivere questo tempo di Avvento come tempo propizio per portare speranza a tutti e non solo “auguri natalizi” a volte formali e banali. Prepariamoci a vivere il Santo Natale con la serietà che gli è dovuta (non seriosità!) perché la gioia che promana da esso sia autentica.