La Parola del Parroco
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10 Novembre 2019
“Lasciamoci evangelizzare dai poveri per custodire la casa comune” è il titolo della Giornata Diocesana della Caritas che viviamo in questa domenica, ultima dell’anno liturgico ambrosiano. Credo che queste parole suscitino stupore e sappiano interrogarci: i poveri evangelizzano? I poveri ci annunciano la buona notizia di Gesù? Sì. Questa è la risposta giusta. Ce lo ha detto papa Francesco nella sua lettera “La gioia del Vangelo”: i poveri “hanno molto da insegnarci. Oltre a partecipare del sensus fidei, con le proprie sofferenze conoscono il Cristo sofferente. È necessario che tutti ci lasciamo evangelizzare da loro. La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa”. Come? La risposta a quest’ultima domanda è più articolata. In prima battuta il papa ci ha ricordato che la povertà è una situazione di sofferenza che ripresenta quella di Gesù. In secondo luogo possiamo dire che la condizione di povertà può facilitare quella umiltà che porta a chiedere aiuto, che fa rendere conto che non è possibile bastare a se stessi, che il proprio riscatto è frutto dell’intervento di altri. Di un Altro: Dio. La buona notizia infatti è che Dio vuole proprio vuole aiutare chi ha bisogno, vuole salvarci dal male. Gesù ci ha dato questa buona notizia attraverso le sue parole, le sue opere e la sua morte e risurrezione. Anche i poveri ci danno questa buona notizia, ci evangelizzano, quando chiedono aiuto e noi siamo il tramite della Provvidenza per loro. In terzo luogo, ci possono evangelizzare quando ci spiegano come loro leggono e interpretano il Vangelo. È esperienza che vive con commozione qualcuno della nostra comunità nel suo Gruppo di Ascolto della Parola di Dio, in cui persone semplici e povere sanno cogliere con profondità il messaggio divino contenuto nella Sacra Scrittura. Sarà esperienza che vivremo nelle nostre Caritas attraverso una proposta che ho avanzato loro: consegnare alle persone bisognose che si rivolgono ad esse (anche di altra religione rispetto alla nostra!) il testo della “parabola del buon samaritano” e chiedere di far avere un loro commento, una loro interpretazione. Credo che lo Spirito santo sappia ispirare a tutti pensieri significativi che ci aiuteranno a comprendere ancora più profondamente che cosa significa “farsi prossimo”.