La Parola del Parroco
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27 Ottobre 2019
Nella Veglia Missionaria in Duomo, alla vigilia della Giornata Missionaria che si celebra nella nostra Diocesi in questa domenica, don Michele Crugnola, che è stato coadiutore nelle nostre parrocchie, riceve il crocifisso perché ripartirà come prete “fidei donum” in missione in Zambia. L’espressione “fidei donum” (che significa “il dono della fede”) riprende le prime parole di una enciclica di papa Pio XII con la quale chiedeva ai vescovi delle Chiese occidentali di avere più a cuore le missioni (soprattutto in Africa) anche mandando propri preti diocesani in missione per alcuni anni, in aiuto alle nuove Chiese di recente evangelizzazione. Da qui allora l’uso odierno dell’espressione “fidei donum” per designare preti diocesani e laici mandati dal proprio vescovo in altre giovani Diocesi per collaborare nell’attività pastorale. Si tratta di un “prestito”, perché è stabilito un limite di permanenza. A qualcuno, come a don Michele, che ha sempre offerto la sua disponibilità, è chiesto di vivere più volte questa esperienza.
Si potrebbe però obiettare: “Ma con la penuria di preti nella nostra Diocesi, non è meglio che essi rimangano a servizio alle nostre parrocchie?”. E tuttavia la collaborazione con altre Chiese soprattutto di recente evangelizzazione e in paesi poveri, aiuta noi a mantenere desto l’impegno missionario verso tutti, contro il rischio di rinchiuderci nel nostro “orticello” o, peggio, cedendo anche in ambito ecclesiale alla tentazione egoistica del “prima veniamo noi”. D’altra parte è caratteristica dei veri poveri saper condividere il poco che si ha, mentre i ricchi solitamente tengono ben stretti a sé i propri beni. E un bene che noi, chiamati ad essere “poveri in spirito”, siamo chiamati a condividere è proprio quello del “dono della fede”, come dicono le parole dell’enciclica di papa Pio XII. Non è d’altronde proprio della fede, se per noi è veramente un bene prezioso, essere condivisa, comunicata e annunciata e quindi rendere missionari i credenti? Allora anche dall’invio di don Michele in missione, siamo interrogati circa la considerazione che abbiamo della preziosità della fede, della gratuità nell’averla ricevuta, della sua caratteristica ad essere propagata. Per essere missionari, bisogna iniziare a vincere la tentazione, nella odierna società, di fare della fede “affare privato” che non deve essere “pubblicizzato”, che non deve “infastidire” gli altri e la loro libertà. Ci possiamo chiedere allora: quando mi sono ritrovato ultimamente a parlare della mia fede ad altri (in casa, sul posto di lavoro, tra amici…)? Quando ho ringraziato Dio per il dono della fede, i miei genitori per avermela trasmessa, la mia comunità cristiana per avermi aiutato a crescere in essa? Quando ho provato dolore nel vedere persone che non hanno fede? La fede è un dono: impara a condividerlo!