La Parola del Parroco
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29 Settembre 2019
Celebriamo oggi nella nostra Comunità Pastorale la Giornata per il Seminario. Se questo appuntamento è occasione per molte parrocchie della nostra Diocesi di ricordarsi che esiste il Seminario come luogo di discernimento e di formazione dei futuri preti della nostra Diocesi e quindi di pregare per seminaristi ed educatori (oltre che fare beneficenza), noi abbiamo la fortuna di ricordarcelo quasi ogni giorno essendo la sua sede nel territorio della nostra Comunità! Inoltre in questi due anni abbiamo la gioia di accogliere un seminarista, Massimo, che vivrà nella nostra Comunità e si metterà a servizio di essa; noi aiuteremo lui e la nostra Chiesa ambrosiana a discernere e a confermare, a Dio piacendo, la sua vocazione al sacerdozio. La presenza del Seminario e di Massimo, al di là dell’onore per l’uno e della responsabilità per l’altro, deve essere fruttuosa per noi tutti. Come? L’Arcivescovo nel suo messaggio per questa Giornata ci offre tre provocazioni: 1) Il Seminario non è per tutti, ma è di tutti e provoca tutti a porre le domande più importanti. 2) Il Seminario non è per tutti, ma è di tutti e può essere per tutti una scuola di metodo per cercare le risposte. 3) Il Seminario non è per tutti, ma è di tutti e suggerisce a tutti che solo la strada proposta da Gesù è quella che porta alla gioia piena. Mi chiedo se nelle nostre famiglie e nella nostra comunità aiutiamo i giovani (ma non solo) a porsi le grandi domande della vita andando oltre la superficialità con cui si affronta il futuro. Mi chiedo come possiamo incitare a trovare le risposte vere e non quelle scontate o quelle che fanno comodo. Mi chiedo come possiamo far nascere in loro il desiderio di quella gioia piena che solo Gesù dona a chi segue la strada indicata da Lui. Spero che la presenza di Massimo, la conoscenza di quello che i seminaristi vivono (grazie anche alla lettura del La Fiaccola, la rivista del Seminario a cui ci si può abbonare in questa giornata) siano una provocazione per tutti circa la propria vita, e soprattutto per i giovani che corrono il rischio di non farsi mai le grandi domande, di accontentarsi delle risposte banali, di non sperimentare “mai una gioia” (come dicono loro). Magari qualcuno scoprirà che la gioia piena per lui è quella di diventare prete!