La Parola del Parroco
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22 Settembre 2019
La nostra Comunità sta vivendo il passaggio tra don Carlo e don Luca, a cui oggi diamo il nostro “benvenuto”, nel contesto della festa di apertura dell’anno oratoriano. È il contesto più adatto per accogliere chi vivrà la maggior parte del suo impegno e del suo ministero sacerdotale a favore dell’educazione dei ragazzi, adolescenti e giovani, insieme a Christian e a Massimo. E dobbiamo ritenerci fortunati ed essere grati alla nostra Chiesa ambrosiana per il dono di don Luca, in tempi in cui la figura del “prete dell’Oratorio” è sempre più rara perché sono sempre di meno i sacerdoti (per questo don Luca seguirà anche la pastorale giovanile di Castiglione Olona, dove sarà presente in alcuni sabati e alla terza domenica del mese). Ritengo allora che dobbiamo sentire tutta le responsabilità – a partire dalle famiglie dei nostri ragazzi – di non sciupare questo dono: di esso dovremo rendere conto a Dio!
Tutti ci rendiamo conto che l’Oratorio è istituzione che deve accogliere le nuove sfide educative: non serve essere nostalgici del passato né lamentarsi del presente. La nostra Diocesi ha avviato una riflessione sull’Oratorio nell’intento di ripensare questo strumento che la tradizione – soprattutto quella ambrosiana – ci ha consegnato con l’intento di corrispondere sempre più alle nuove esigenze. Nessuno ha la ricetta in tasca, ovviamente. Tuttavia credo che, se vogliamo fare dell’Oratorio l’espressione della cura della Comunità cristiana verso i più piccoli, sia necessario comprendere l’importanza di un’alleanza educativa soprattutto con le famiglie dei nostri ragazzi e adolescenti, oltre che con le altre agenzie educative come la scuola. Molte famiglie ancora hanno fiducia nell’educazione cristiana e nell’Oratorio: la maggior parte dei ragazzi è iscritto al catechismo dell’Iniziazione Cristiana; molti – soprattutto questa estate – frequentano l’Oratorio feriale. Tuttavia questa fiducia spesso si riduce a delegare all’Oratorio la formazione cristiana (e in famiglia non si insegna quasi più nulla circa la fede) e la custodia nel tempo estivo (quando, finita la scuola, non si sa dove lasciare i figli). Credo invece che ogni genitore sia chiamato a fare di più, condividendo i valori educativi che ispirano le attività oratoriane per poi tradurli nella vita quotidiana domestica e soprattutto dando esempio nel viverli in prima persona. A partire dalla testimonianza di fede: in ogni casa ci deve essere tempo e spazio per Dio, come avviene in Oratorio che in tutto ciò che propone ha come scopo quello di educare figli di Dio.