La Parola del Parroco

Come ascolteremo nella S. Messa nella notte di Natale, l’evangelista Giovanni descrive la decisione di Dio di farsi uomo: «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Esattamente il testo greco dice: “pose la sua tenda tra noi”. È un’espressione con molteplici significati e richiami biblici. La tenda richiama infatti l’esperienza dell’esodo quando in mezzo all’accampamento del popolo d’Israele c’era la Tenda della presenza di Dio (dove era tenuta l’arca dell’alleanza). La tenda poi richiama la fragilità (rispetto alla maggiore solidità di una casa) del nostro corpo umano e di quel corpo umano che venne assunto dal Figlio di Dio incarnandosi. La tenda infine richiama un’esperienza di mobilità (pensiamo al cammino dell’Esodo) tipica dei nomadi: a ricordare che su questa terra siamo pellegrini e che non abbiamo su questa terra la nostra dimora, ma ci aspetta il cielo.

Questi brevi accenni scaturiti dall’annuncio della nascita di Gesù a cui ci stiamo preparando, mi hanno fatto riflettere sulle case dei nostri paesi, molte visitate in occasione della benedizione natalizia. Soprattutto sulle molte in cui non sono entrato perché disabitate (alcune abbandonate al degrado), sfitte per i timori ad affittare, altre per la crisi del mercato immobiliare; sulle molte abitate da una singola persona (spesso vedova), case enormi costruite con tanti sacrifici (era il “bene rifugio”), immaginate anche per ospitare le famiglie dei figli che però hanno fatto altre scelte abitative. Fra vent’anni credo che i nostri paesi saranno pieni di case e villette vuote (con il loro costo per gli eredi…). Penso alle “canoniche” delle nostre parrocchie, progettati “spaziosi” per ospitare il prete, la perpetua, i preti di passaggio… E nello stesso tempo penso alle famiglie che cercano una casa in affitto ma che non si possono permettere di pagare le cifre esose che sono chieste. Penso a chi si è trovato in mezzo ad una strada: dai padri separati agli immigrati regolari. Credo che il Signore ci chieda di avviare una seria riflessione su questo tema come comunità e come famiglie se vogliamo celebrare veramente il Natale del Dio che pose la sua tenda tra noi.