La Parola del Parroco
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08 Gennaio 2017
Prendo in prestito per la riflessione di questa domenica un commento d Padre Ermes Ronchi, che prende le mosse dalle tre parole pronunciate dal Padre nel momento del Battesimo di Gesù. Sono belle e intense. Vale la pena di meditarle.
Figlio è la prima parola. Dio genera figli. E i generati hanno il cromosoma del genitore nelle cellule; c'è il DNA divino in noi.
Amato è la
seconda parola. Prima che
tu agisca, prima della tua risposta, che tu lo sappia o no, ogni giorno, ad
ogni risveglio, il tuo nome per Dio è "amato". Di un amore
immeritato, che ti previene, che ti anticipa, che ti avvolge da subito, a
prescindere. Ogni volta che penso: «se oggi sono buono, Dio mi amerà», non sono
davanti al Dio di Gesù, ma alla proiezione delle mie paure! Dio ama ciascuno
come ha amato Gesù, con la stessa intensità, la stessa emozione, lo stesso
slancio e fiducia, nonostante tutte le delusioni che io gli ho procurato.
La terza
parola: mio compiacimento. Termine
inconsueto eppure bellissimo, che nella sua radice letterale si dovrebbe
tradurre: in te io provo piacere. La Voce grida dall'alto del cielo, grida sul
mondo e in mezzo al cuore, la gioia di Dio: è bello stare con te. Tu, figlio,
mi piaci. E quanta gioia sai darmi! Io che non l'ho ascoltato, io che me ne sono andato, io che l'ho anche
tradito sento dirmi: tu mi piaci. Ma che gioia può venire a Dio da questa canna
fragile, da questo stoppino dalla fiamma smorta (Isaia 42,3) che sono io?
Eppure è così, è Parola di Dio.
La scena grandiosa del battesimo di Gesù, con il cielo
squarciato, con il volo ad ali aperte dello Spirito, con la dichiarazione
d'amore di Dio sulle acque, è anche la scena del mio battesimo, quello del
primo giorno e quello esistenziale, quotidiano.