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28 Aprile 2013
Il tema della risurrezione di Gesù
richiama anche il tema della sua gloria, evocato nel Vangelo di questa domenica
del tempo pasquale.
Ma che significato ha la gloria nella
prospettiva del vangelo?
Certamente siamo al polo opposto da come il
mondo intende la gloria.
La gloria secondo il mondo è celebrazione di se
stessi, dei propri meriti, delle proprie capacità.
La gloria secondo il vangelo non ē celebrazione di se stessi, ma celebrazione di coloro dai quali riceviamo i doni necessari alla vita, e celebrazione di coloro per i quali desideriamo che abbiano la vita e l'abbiamo in pienezza.
Così Gesù glorifica il Padre, e il
Padre glorifica il Figlio perché tra loro esiste uno scambio continuo di doni.
Uno scambio di doni in cui al centro non c'è la ricerca di sé, ma la ricerca
del bene dell'altro.
La vera gloria é nel cercare il bene dell'altro,
nel mettere in evidenza le virtù del fratello, nel dare rilievo a ciò che di
bello e di buono porta con sé nella propria vita.
É per questo motivo che il tema della gloria nel vangelo di oggi si salda strettamente con il comandamento dell'amore, perché non c'é gloria più grande che nel cercare il bene del fratello.
Bisogna avere occhi trasparenti e
cuore libero per dare gloria a Dio e ai fratelli.
Dare gloria a Dio, amarlo con tutto il cuore, la
mente e lo spirito, perché lui anzitutto glorifica noi comunicandoci la sua
stessa vita.
Dare gloria agli uomini. Ogni uomo porta in sé
una scintilla della bellezza di Dio. Ogni uomo é immagine del Figlio di Dio.
Dare gloria agli uomini é permettere che ciascuno manifesti la bellezza di Dio
che porta in sé, la bellezza dell'amore. Sant'Ireneo diceva: "La gloria di
Dio é l'uomo vivente". Fare vivere l'uomo, fare in modo che l'uomo abbia
la vita é cercare la vera gloria.
Impariamo da Gesù a cercare la vera gloria, non quella del mondo, che passa in un soffio, ma quella che rimane nella pienezza della comunione tra i fratelli fino all'eternità.