La Parola del Parroco
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04 Settembre 2016
"Vivere è l'infinita pazienza di ricominciare".
Questa espressione di Padre Ermes Ronchi ispira i miei pensieri all'inizio di un nuovo anno pastorale.
Ricominciare! Non è un inventare tutto da capo, ma un riallacciare i fili di un percorso che si è interrotto non per esaurimento, ma per una giusta pausa di riflessione e di assimilazione. È un collocare un nuovo mattone nella edificazione della comunità; è un rilanciare obiettivi consolidati tracciando percorsi che incontrino la vita degli uomini; soprattutto è ridare vigore a un passo che può essersi fatto stanco.
Ma ci sono alcune tentazioni in cui possiamo cadere.
Anzitutto la tentazione di pensare che questo sarà un anno uguale agli altri, e che non ci sarà niente di nuovo. Certo: il vangelo è quello di sempre, ma ogni giorno deve poter ispirare le nostre scelte e le nostre azioni, solo così diventa nuovo E i cammini proposti ogni anno tendono a questo: rinnovare in noi la passione per l'annuncio del Vangelo secondo una prospettiva che cambia di anno in anno. Quest'anno la prospettiva sarà quella della Chiesa, e di noi, protagonisti dentro la Chiesa. La tentazione di pensare che "tanto si fanno sempre le solite cose" si supera con la sana curiosità di capire e il desiderio di rendere sempre più matura la propria fede.
Una seconda tentazione è quella della indifferenza, quella di limitarci a vivere alcuni gesti di fede, ma senza la partecipazione del cuore, e senza partecipare alla vita della comunità. Tentazione pericolosissima! Quando non ci aspettiamo più nulla e cadiamo nella indifferenza, vuol dire che siamo già morti dentro, che siamo diventati sterili. Eppure: o la vita cristiana è condivisione di un cammino comune, o non è vita cristiana; tutt'al più sarà un "consumare" dei servizi religiosi. È una tentazione, quella della indifferenza, che si supera con la decisione di "partecipare" con convinzione alla vita della comunità.
Una terza tentazione: quella di pensare di non avere nulla da ricevere e nulla da dare. E invece ciascuno di noi ha dentro di sé quei "talenti" evangelici che se vengono trafficati arricchiscono la comunità, ma arricchiscono anche chi li impegna.
"Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa", ci aveva ricordato Papa Benedetto in un suo messaggio di qualche anno fa. E nella generosità di chi dona anche quel poco che ha trova il senso autentico della sua vita. Anche la comunità cristiana attende il dono del tempo, dell'impegno, della intelligenza e della testimonianza di tutti i cristiani. Non lasciatecela mancare. Forse bisogna superare un po' di pigrizia o magari di "rispetto umano" che ci impedisce di "buttarci" nel servizio agli altri anche nella comunità cristiana e con la comunità cristiana.
Accogliamo allora l'invito a ricominciare! Anche con la nostra comunità cristiana. Ricominciare è vivere, risorgere a vita nuova, porre un seme di speranza dentro il cuore della nostra vita. Ci vorrà pazienza, passione, decisione. Ci vorrà l'umiltà di camminare insieme e la sapienza di collaborare insieme agli altri. Tutto questo lo chiediamo al Signore come dono e grazia.
E all'inizio di questo anno è bello e saggio affidarci anche all'intercessione di Maria che in queste prime settimane accompagnerà i nostri giorni e anche la nostra preghiera. Sarà lei a guidarci sulle strade del mondo, lasciandoci partire da quei cenacoli in cui talvolta ci chiudiamo per paura o per inerzia.