La Parola del Parroco
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03 Aprile 2016
Nelle due apparizioni di Gesù agli Apostoli nel cenacolo ci sono due parole che emergono con evidenza. La prima è l'augurio della pace: "Pace a voi!"; e la seconda è l'invito di Gesù a Tommaso a mettere la sua mano nella ferita del suo costato, a mettere la sua mano dentro il suo cuore.
La pace. Gesù sapeva che i suoi discepoli non avrebbero avuto pace, e che anzi avrebbero dovuto affrontare incomprensione e persecuzioni fino a donare la vita come Lui aveva fatto. Eppure invita alla pace, e la sua parola non è semplicemente un augurio, è un dono: Vi do la mia pace". La pace per un credente nasce dal sentirsi amato, salvato e accompagnato ogni giorno dalla presenza stessa di Gesù Risorto, Colui che vince il male, Colui che vince la morte stessa, Colui che vince la paura che ci fa ripiegare su noi stessi e vede in ogni persona un nemico. Guardiamoci dai profeti di sventura e dai seminatori di paura. Ci costringono a ripiegarci su noi stessi e generano odio e divisione. "Beati gli operatori di pace": ora più che mai questa deve essere la Beatitudine del cristiano.
Il cuore di Gesù. E' la sorgente della pace. Entrando dentro quel cuore pieno di misericordia e di amore Tommaso trova risposta alle sue inquietudini, rende viva e vera la sua fede, raccoglie il coraggio della testimonianza fino al martirio. E' il cuore di Gesù la sorgente della pace, perché nella sua infinita misericordia Gesù si prende cura di ogni nostra fragilità, prende su di sé ogni nostro peccato, e ci rinnova dal profondo del cuore.
E' bello, perciò, che San Giovanni Paolo II abbia pensato a questa domenica, subito dopo la Pasqua, come alla domenica della Divina Misericordia, perché la Pasqua vera noi la sperimentiamo ogni volta che ci lasciamo raggiungere dall'amore di Gesù, che ha nel suo cuore la sua sorgente: "Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Gv. 7,38).
Ma anche il nostro cuore deve essere un grembo accogliente per chi è inquieto, per chi è fragile, per chi è ingiustamente torturato, per chi è rifiutato, per chi è scacciato dalle proprie case a causa della povertà e della guerra ... per ogni persona che è "affaticata e oppressa" (Mt. 11,28).
Anche il nostro cuore deve generare misericordia. E' il vero antidoto alla paura e alla devastazione dei cuori e della convivenza umana.