La Parola del Parroco
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25 Maggio 2015
La festa di Pentecoste è un grande evento di unità, prima che di missione.
Ė lo Spirito Santo che genera unità tra i discepoli di Gesù. Una unità che si realizza in mille maniere, secondo la grande fantasia dello Spirito, ma che nella comunità cristiana si esprime in alcuni "luoghi" che il discepolo di Gesù non può trascurare.
Il primo e fondamentale luogo di unità ė l'Eucaristia: è per la forza dello Spirito Santo che il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Cristo, che fanno di tanti discepoli di Gesù l'unico corpo di Cristo. Il discepolo di Gesù non può fare a meno dell'Eucaristia, non solo per il suo incontro personale con Gesù, ma per vivere nella comunione della Chiesa.
Il secondo luogo di unità ė la fraternità dei discepoli. I discepoli di Gesù non sono una sorta di armata Brancaleone in cui ciascuno procede in ordine sparso, e nemmeno però solo soldatini di piombo mossi ordinatamente da altri. I discepoli di Gesù sono amici tra loro e anche amici di Gesù: sanno parlarsi con rispetto, sanno stimarsi reciprocamente, sanno collaborare al di là dei personalismi, si sforzano di camminare insieme. Nessuno può pensare di essere discepolo da solo, tanto meno può pensare di essere il migliore. La fraternità è il luogo in cui cresce la comunità e in cui la comunità dei fratelli dà testimonianza della sua unità. Senza questa unità, che ė dono dello Spirito di Gesù, potremmo fare le cose più belle del mondo, ma non diventeranno mai segno della presenza di Gesù in mezzo ai suoi discepoli.
Il terzo luogo di unità ė il sevizio ai poveri. Qualcuno potrebbe pensare: ma che c'entra? La logica dei discepoli di Gesù, come dice Papa Francesco, ė la logica della "inclusione", una logica di fecondità e di apertura agli altri. E l'apertura agli altri inizia dalla accoglienza dei poveri. Nel sevizio ai poveri si realizza quella logica di accoglienza che fa grande la Chiesa, che spinge la Chiesa nelle periferie del mondo, perché diventi la grande famiglia dei figli di Dio. E anche il coraggio dell'accoglienza e del servizio sono doni dello Spirito.
Continuiamo a invocare lo Spirito, Spirito di comunione e di missione.
Non c'è comunione che non sia ora ai fratelli, e non c'è missione che non abbia origine dalla comunione.
E di tutto questo, l'artefice primo è lo Spirito Santo.