Riflessioni

Iniziamo proprio in questa domenica il mese di ottobre che tradizionalmente è dedicato a due aspetti della nostra fede: la devozione a Maria, attraverso la recita del Santo Rosario; e la dimensione missionaria, sottolineata dalla celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale. A volte quando si recita il S. Rosario non teniamo ben presente che siamo invitati, di decina in decina, di mistero in mistero, a meditare sulla vita di Gesù e di Maria. Mentre preghiamo con l’Ave Maria la nostra mente dovrebbe immaginare l’episodio da contemplare in quel mistero. Quindi il S. Rosario è sì una preghiera mariana ma è anche una preghiera che ci aiuta a contemplare quanto Dio ha fatto in noi per mezzo di Gesù; a conoscere e ad amare Gesù e la sua mamma. E credo che ci faccia bene meditare, pregando, la vita di Gesù perché solo così sentiremo in noi quell’anelito missionario di far conoscere Gesù e testimoniare come Lui può trasformare la vita rendendola un’opera stupenda di Dio. Scrive papa Francesco nel messaggio per la Giornata Missionaria: «Dio Padre vuole tale trasformazione esistenziale dei suoi figli e figlie; trasformazione che si esprime come culto in spirito e verità (cfr Gv 4,23-24), in una vita animata dallo Spirito Santo nell’imitazione del Figlio Gesù a gloria di Dio Padre. “La gloria di Dio è l’uomo vivente” (S. Ireneo)». E il nostro nuovo Arcivescovo, mons. Delpini, nell’omelia del suo ingresso domenica scorsa ci diceva: «Che significa gloria di Dio? Significa manifestazione dell’amore, tenacia dell’amore, ostinazione dell’amore di Dio che nel suo Figlio Gesù rivela fin dove giunge la sua intenzione di rendere ogni uomo e ogni donna partecipe della sua vita e della sua gioia. Ecco che cos’è la gloria di Dio: è l’amore che si manifesta». Assieme a Maria testimoniamo la gioia di una vita trasformata che sa amare come Gesù.

Don Roberto