La Parola del Parroco
Home > La Parola del Parroco > La Parola del Parroco del 02 Marzo 2025
02 Marzo 2025
In questi giorni stiamo pregando per il papa perché possa guarire e tornare a svolgere le attività legate al suo ruolo di sommo pontefice, più intense in questo Anno Giubilare. Lo abbiamo fatto nelle Ss. Messe feriali o con la recita del S. Rosario da parte dei gruppi parrocchiali o unendoci a quella vissuta in Piazza S. Pietro e trasmessa per televisione. Incoraggio a continuare a pregare per il papa, anche personalmente, come abbiamo fatto spesso, accogliendo il suo cortese invito, conclusivo dei suoi vari interventi: “e per favore non dimenticate di pregare per me!”. Leggendo qua e là sui giornali, ascoltando interviste alla televisione ho raccolto vari pensieri e opinioni su questo momento di trepidazione per la salute di Francesco.
Con il suo consueto umorismo, ha raccomandato di pregare per lui, perché guarisca e non perché… muoia. Mi ha colpito che in seno alla Chiesa ci siano persone e gruppi (e anche prelati), che non celano la propria antipatia per il papa ma che anche preghino per il suo “passaggio a miglior vita”. Se da una parte tutti dobbiamo desiderare di “andare in cielo” perché è la meta che dobbiamo raggiungere, tuttavia ritengo che simpatia o antipatia debbano cedere il posto al rispetto dovuto al successore di Pietro e quindi alla preghiera anche per la sua guarigione.
Inevitabilmente si sono anche rincorse le voci circa le sue dimissioni, evento che il gesto di Benedetto XVI ha reso una possibilità diversa dalla conclusione del ministero petrino con la morte (come è quasi sempre accaduto nella storia della Chiesa). È interessante che, quando papa Benedetto decise di dimettersi, alcuni lo “rimproverarono” di non voler “stare sulla croce fino alla fine”, come fece San Giovanni Paolo II. E così per l’attuale pontefice, sofferente per una seria malattia c’è chi lo invita a stare sulla croce e chi invece con amore verso di lui (o con cattiveria) consiglia di dimettersi. E c’è da chiedersi anche se la preghiera per la sua guarigione sia motivata da un sincero affetto per lui o piuttosto dal timore che chi sarà essere eletto al suo posto possa “cancellare” le sue scelte coraggiose… Credo però che tutti dimentichino che la Chiesa è guidata da Gesù, vero e unico pastore, e che lo Spirito santo agisce in essa, pur dentro le dinamiche umane (anche di un conclave). E papa Francesco di questo è consapevole e sono certo che ogni scelta che farà sarà frutto del suo discernimento in ascolto dello Spirito santo, nella piena libertà che lo caratterizza.
Allora la preghiera deve essere per lui e per la sua salute, per il discernimento a cui è chiamato, per la sua generosa dedizione alla Chiesa.