La Parola del Parroco
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07 Maggio 2023
Si tratta di “ministeri istituiti” cioè di forme di servizio alla Parola di Dio, all’Eucaristia e alla Catechesi, svolte da persone, servizi che vengono ufficializzati mediante una apposita liturgia, dopo una precisa preparazione. Nella loro descrizione ho ripetuto “ma non solo”, perché non si tratta solo di leggere in chiesa, aiutare a distribuire la comunione, fare catechismo. Neppure si tratta di ricevere una “onorificenza” che fa ritenere più importanti degli altri (non sarebbe più un servizio!). Si tratta di una formazione spirituale e non solo nozionistica; è ricevere un mandato perché la propria fede e la propria testimonianza cristiana radicandola nella Parola o nell’Eucaristia o nella Catechesi.
Questi ministeri fino ad ora (quello del catechista è però nuovo) sono stati conferiti quasi unicamente a coloro che si preparano al diaconato e al presbiterato, sebbene dopo il Concilio Vaticano II la loro riforma prospettava il conferimento anche ai laici. Finalmente questa prospettiva vede la sua realizzazione. Anche se non tutti quelli che già svolgono un servizio in questo ambito devono essere “istituiti”, tuttavia credo che sia necessario un discernimento comunitario per chiedere ad alcuni di ricevere questo mandato.
Mi preme però evidenziare una considerazione. La presenza di Lettori, Accoliti e Catechisti istituiti può essere meglio vissuta e compresa se si accresce nella comunità la consapevolezza che tutti siamo al servizio della fede gli uni degli altri. Questa consapevolezza deve maturare superando la convinzione che sia compito solo del prete avere cura della fede dei credenti; e quindi non accettando che sia un fratello o una sorella della Comunità a farlo. Nello stesso tempo deve essere vinta la tentazione di ritenere la “istituzione” di alcuni in questi ministeri come una premiazione, un passaggio di “grado” superiore che conferisca un “potere” sugli altri. Tutte e due sono forme di clericalismo che non può essere più accettato in una Chiesa che sempre più scopre la bellezza dei carismi di tutti e valorizza il sacerdozio battesimale di tutti.