La Parola del Parroco
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11 Luglio 2021
La presenza dei Missionari Comboniani in questa e nella prossima domenica ad animare le Ss. Messe, come avviene ogni anno all’inizio dell’estate, è occasione favorevole per tornare a riflettere sulla vocazione alla missione di tutta la Chiesa, quindi della nostra Comunità e di ciascuno di noi. La Chiesa esiste per la missione, cioè per annunciare a tutti che Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, è l’unico salvatore del mondo.
I Comboniani sono di casa nelle nostre due parrocchie. Non solo perché abitano a Venegono Superiore, ma anche perché sovente sono di aiuto a noi sacerdoti per la celebrazione dei sacramenti (confessioni, Ss. Messe…). Sono volti noti quelli di padre Antonio, padre Eugenio, padre Raoul, padre Renato, fratel Antonio e, da poco tempo, fratel Gianluigi. In queste domeniche però sono presenti tra noi in quanto missionari, uomini che hanno abbracciato il carisma di San Daniele Comboni e hanno consacrato la vita per annunciare il Vangelo a chi non conosce Gesù. Mi chiedo se ci siamo mai interrogati, quando li abbiamo visti celebrare la S. Messa o confessare, sulla loro vocazione; se abbiamo mai chiesto come è nata; se ci siamo fatti raccontare le loro esperienze in missione… A volte diamo per scontata la loro presenza come sacerdoti, dimenticandoci la loro identità di missionari. E in un periodo della nostra Chiesa e della nostra Comunità in cui avvertiamo la necessità di trovare nuove modalità di annuncio e trasmissione della fede, la loro esperienza si rivela assai preziosa.
Purtroppo sarà una presenza che a breve terminerà. Giovedì scorso, alla S. Messa serale per inaugurare il Centenario dei Comboniani a Venegono Superiore, padre Fabio, provinciale, ha confermato che la sede sarà ceduta ad una impresa sociale e che quindi i missionari se ne andranno altrove. I motivi sono legati alla scarsità numerica che rende ormai ingiustificabile abitare in un luogo così grande (con i relativi costi di gestione). Si chiude così un ciclo e termina una presenza segnata, come è stato ricordato giovedì, da reciproca stima e collaborazione per il bene fatto ai nostri paesi e il bene ricevuto da tanti venegonesi in molte forme (dal volontariato alle offerte). Tuttavia non si è voluto lasciare in sordina un evento come quello del centenario e sono in programma diversi eventi che da settembre, una volta al mese, ci aiuteranno a fare memoria, a conoscere e a riflettere sulla missionarietà. Sarà doveroso anche esprimere la riconoscenza a Dio per tutto quello che ci è stato donato dai tanti missionari che hanno abitato al Castello, per averne conosciuti alcuni che sono morti martiri, per quelli che mantengono ancora relazioni con molti di noi e che ci aiutano ad alzare lo sguardo, troppo speso ripiegato sui noi stessi, per ricordare che c’è un mondo bisognoso dell’amore di Dio e dell’amore degli uomini.