La Parola del Parroco
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29 Novembre 2020
Vi riporto ampi stralci del messaggio dei vescovi italiani in questa “seconda ondata”. Trovate Il testo integrale anche sul sito della nostra Diocesi.
Fratelli e sorelle,
vorremmo accostarci a ciascuno di voi e rivolgervi con grande affetto una parola di speranza e di consolazione in questo tempo che rattrista i cuori. Viviamo una fase complessa della storia mondiale, che può anche essere letta come una rottura rispetto al passato, per avere un disegno nuovo, più umano, sul futuro. «Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» (Papa Francesco).
1.
Non possiamo nascondere di trovarci in un tempo di
tribolazione. Anche in questo momento la Parola di Dio ci
chiama a reagire rimanendo saldi nella fede, fissando lo sguardo su Cristo
(cfr. Eb 12,2) per non lasciarci influenzare o, persino, deprimere dagli
eventi. Dinanzi al crollo psicologico ed emotivo di coloro che erano già più
fragili, durante questa pandemia, si sono create delle “inequità”, per le quali
chiedere perdono a Dio e agli esseri umani. Dobbiamo, singolarmente e insieme,
farcene carico perché nessuno si senta isolato!
2.
Questo tempo difficile, che porta i segni profondi delle ferite ma anche delle
guarigioni, vorremmo che fosse soprattutto un tempo di preghiera. Le diverse e, talvolta, sofferte
condizioni di molte famiglie saranno al centro delle preghiere individuali e
comunitarie. Anche le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una
cura particolare e alla prudenza. Le ristrettezze possono divenire
un’opportunità per accrescere e qualificare i momenti di preghiera nella Chiesa
domestica; per riscoprire la bellezza e la profondità dei legami di sangue
trasfigurati in legami spirituali.
3.
La crisi sanitaria mondiale evidenzia nettamente che il nostro pianeta ospita
un’unica grande famiglia. Se i segni di morte balzano agli occhi e s’impongono
attraverso i mezzi d’informazione, i segni di risurrezione sono spesso
nascosti, ma reali ancor più di prima. Chi ha occhi per vedere può raccontare,
infatti, d’innumerevoli gesti di dedizione e generosità, di solidarietà e
amore, da parte di credenti e non credenti. Ecco perché riteniamo che questo
sia un tempo di speranza. Non
possiamo ritirarci e aspettare tempi migliori, ma continuiamo a testimoniare la
risurrezione, camminando con la vita nuova che ci viene proprio dalla speranza
cristiana.
4.
Le comunità, le diocesi, le parrocchie, gli istituti di vita consacrata, le
associazioni e i movimenti, i singoli fedeli stanno dando prova di un
eccezionale risveglio di creatività. Ci sembra di intravedere, nonostante le
immani difficoltà che ci troviamo ad affrontare, la dimostrazione che stiamo
vivendo un tempo di possibile rinascita sociale. A
ogni cristiano chiediamo un rinnovato impegno a favore della società lì dove è
chiamato a operare, attraverso il proprio lavoro e le proprie responsabilità, e
di non trascurare piccoli ma significativi gesti di amore, perché dalla carità
passa la prima e vera testimonianza del Vangelo.